MILANO – Maria Sole Tognazzi torna dietro la macchina da presa – dopo l’esperienza della serie tv Petra – per il grande schermo a nove anni dalla sua ultima pellicola. Il suo nuovo film s’intitola Dieci minuti e mette insieme una grande squadra di donne: dall’autrice Chiara Gamberale che ha scritto il (quasi) romanzo dal quale il film è tratto (Per Dieci Minuti, del 2013, edito da La Feltrinelli); a Francesca Archibugi, co-sceneggiatrice insieme alla Tognazzi; fino ad un cast affiatato composto da Margherita Buy, Fotinì Peluso e la protagonista assoluta del film, Barbara Ronchi.

In mezzo a una crisi esistenziale dovuta alla fine del suo matrimonio, Bianca (Barbara Ronchi) scopre che dedicare pochi minuti a esperienze completamente nuove può avere un impatto significativo sulla sua vita, come suggerito dalla Dottoressa Brabanti (Margherita Buy). L’incontro con nuove persone, la scoperta di legami speciali e l’ascolto di chi le è sempre stato vicino come sua sorella Jasmine (Fotinì Peluso) si rivelano atti apparentemente modesti, ma capaci di consentire a Bianca di intraprendere un nuovo percorso e vivere una vera rinascita.

Alla base del film (e del libro) un concetto semplice ma spesso scontato: la voglia di ricominciare da capo. E quando si vuole ripartire dopo eventi traumatici, è importante uscire via dal nostro dolore prima di rimanervi intrappolati e isolati. Nel film di Maria Sole Tognazzi prevale questo aspetto drammatico rispetto al romanzo che era più una commedia, ma resta un giusto equilibrio tra i toni. Poco importa però di questi toni – ed è un complimento – se il volto al quale decidi di affidarti è quello di Barbara Ronchi, che si ri-conferma tra le più grandi interpreti contemporanee del nostro cinema (ma il David di Donatello per Settembre aveva già chiarito qualsiasi dubbio).

Così Barbara Ronchi si carica sulle spalle la fragilità cardine del film che non diventa un espediente per piangersi addosso e cadere in narrazioni ingenue, bensì uno strumento per crescere. Dopo la visione viene difficile immaginare un altro viso per la protagonista. Attenzione però a declinare Dieci minuti come un film “femminile”, sarebbe riduttivo. Certo, gli uomini della storia pochi e spesso egoisti; recriminano a Bianca di non ascoltare quando dalle loro battute si evince che forse sono proprio loro a non farlo e neanche se ne accorgono (anche se sembrano sulla via della redenzione), ma Dieci minuti è un film “per tutti”.

I personaggi, dalla psicologa fino alla sorella Jasmine, ruolo scritto appositamente per la pellicola al quale Fotinì Peluso riesce a dare un’anima vivace (cadere nel macchiettistico era un attimo) e creare una grande chimica con Barbara Ronchi. Un plauso ovviamente anche alla caustica psicologa interpretata dalla Buy. Con Dieci minuti Maria Sole Tognazzi rispedisce al mittente qualsiasi critica anti-borghese, grazie ad un film delicato che si sa prendere il suo tempo per raccontarci un percorso di (ri)crescita, dentro il quale la Ronchi si cala alla perfezione come poche.
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