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Dakota | Abbie Cornish e il potere dell’amicizia (speciale) tra uomo e cane

William Baldwin, Kirk Harris, e il valore dell’unità familiare. Ecco perché è un film che fa bene

Dakota e il potere dell'amicizia
Dakota e il potere dell'amicizia

MILANO – Kate Sanders (Abbie Cornish) fresca vedova di guerra del marine Clay (Jonathan Silvestri) vive nella fattoria di famiglia in Georgia assieme a sua figlia Alex (Lola Sultan) e al suocero Monty (William Baldwin). Le cose si complicano però quando il cane da ricognizione militare Dakota arriva alla loro porta di casa, consegnato dal sergente CJ Malcolm (Tim Rozon). CJ sta mantenendo una promessa fatta proprio al compagno d’armi, il defunto marito di Kate e padre di Alex. E sarà proprio grazie a Dakota e alla forza del loro dolce legame che Alex scoprirà il valore della fattoria di famiglia e dell’amicizia.

Lola Sultan in una scena di Dakota

Quello di Dakota è un caso produttivo decisamente interessante. Nato come asset della WWPS, la ILBE – Iervolino & Lady Bacardi Entertainment dei (quasi) omonimi Andrea Iervolino e Monika Bacardi ne ha acquistato i diritti di produzione per poi cederne la distribuzione oltreoceano a quella Samuel Goldwyn Film con cui ha già collaborato per Waiting for the Barbarians e Il caso Minamata. E il film, beh, è la perfetta occasione per chiamare a raccolta cinefili e cinofili di tutte le età. Alla regia c’è Kirk Harris che dopo il dittico di Bernie il delfino con sempre Lola Sultan e l’ex-Starship Troopers Patrick Muldoon nel cast, prosegue nel suo percorso filmico di racconto e indagine dell’amicizia speciale tra uomini e animali cambiando però tipologia di mammifero.

Lola Sultan in una scena di Dakota
Lola Sultan in una scena di Dakota

Stavolta c’è la lupoide Dakota al centro della scena per un racconto di eroismo, amore familiare e buoni sentimenti in cui però, a livello puramente strutturale, non tutto funziona come dovrebbe. La sceneggiatura di Johnny Harrington è infatti lacunosa e popolata di svolte narrative incoerenti che nell’insieme danno vita ad un racconto disorganico, vittima di un intreccio faticosamente ingarbugliato tra una faida terriera decennale e una difficoltosa elaborazione del lutto, reso forma e immagine da Harris in una regia scolastica, televisiva, realmente priva di guizzi degni di nota.

Abbie Cornish in una scena di Dakota
Abbie Cornish in una scena di Dakota

Nonostante questo, c’è un forte e sincero cuore pulsante in Dakota. Quello dei buoni sentimenti della dinamica relazionale uomo-cane capace di regalare emozioni, sorrisi, e groppi in gola nel suo sviluppo da latente (e indiretta) pet-therapy nel rivivere dell’amore scomparso sul campo di battaglia attraverso occhi, pelo, coda, e orecchie, della fidata quattro zampe. In tal senso, se è vero che la giovane Sultan conquista per spontaneità ed empatia canina, a distinguersi non può che essere Abbie Cornish già ammirata in Bright Star, Sucker Punch, 7 psicopatici e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, qui pregevole tra coraggio materno e speranza indomita di un mondo (e di una vita) migliore per sé stessa e la sua famiglia.

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Qui il trailer del film:

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