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Dai Velvet Underground agli Smashing Pumpkins: la playlist di Hot Corn

Tutto il meglio ascoltato in settimana dalla redazione tra cinema e serie TV

LOWLIFE – Kreg. Da Lowlife

Un tossicodipendente, un ex detenuto e un luchador sono i protagonisti del primo lungometraggio diretto da Ryan Prows. Una storia pulp, violenta, grottesca, eccessiva con protagonisti Nicki Micheaux, Ricardo Adam Zarate, Jon Oswald, Shaye Ogbonna e Santana Dempsey. E le musiche non potevano essere da meno. Composta dal collettivo Kreng fondato dal belga Pepijn Caudron, la colonna sonora intreccia sonorità elettroniche, percussioni ossessive, accenni orchestrali e rimandi free jazz.

DROWN – Garth Stevenson. Da Chappaquiddick

L’incidente automobilistico di Chappaquiddick causato da Ted Kennedy in cui, nel 1969, morì la ventottenne Mary Jo Kopechne, è uno dei grandi scandali che attanagliarono la famiglia più famosa d’America. Oggi quella storia è diventata un film diretto da John Curran che vede Jason Clarke prestare il volto al Senatore statunitense affiancato da Kate Mara nel ruolo della sfortunata stratega. Garth Stevenson in Drown unisce le melodie del piano e del violino alle atmosfere sinistre del synth, mantenendo la commistione di sonorità diverse anche negli altri brani della score.

MY DEAREST BOY – Nico Muhly. Da Howards End

Dopo l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale per Manchester by the sea, la nuova sfida di Kenneth Lonergan è stata adattare il romanzo di E. M Foster, Howards End, in una mini-serie. Quattro episodi diretti da Hettie Macdonald con protagonista Hayley Atwell che si aggiungono alla nutrita lista di rifacimenti televisivi, radiofonici, teatrali e cinematografici del libro edito nel 1910 sui quali spicca il film di James Ivory del 1992. Le musiche – brani orchestrali ispirati all’ambientazione storica del libro ma arricchiti da accenni moderni – sono affidate al compositore Nico Muhly, già noto per le colonne sonore di The Reader e Kill Your Darlings.

I FOUND A REASON – The Velvet Underground. Da How to talk to girl at parties

Basato sull’omonimo racconto di Neil Gaiman del 2006, How to talk to girl at parties segna il ritorno alla regia di John Cameron Mitchell a otto anni di distanza dallo struggente Rabbit Hole. Presentato fuori concorso a Cannes70, il film è ambientato nei sobborghi londinesi degli anni ’70 e vede protagonisti Elle Fanning, Alex Sharp, Nicole Kidman, Ruth Wilson e Matt Lucas. Le musiche originali sono firmate da Nico Muhly e Jamie Stewart ma la colonna sonora è anche ricca di brani non originali. Noi abbiamo scelto I found a reason che i Velvet Underground inclusero nel 1970 nel loro quarto album, Loaded.

STRATEGY – Rodrigo Amarante. Da Entebbe

Ispirato a una storia vera – il dirottamento nel 1976 di un aereo Air France per chiedere la liberazione di un gruppo di palestinesi incarcerati in Israele – il film è stato presentato in concorso a Berlino68. Diretto da José Padilha e con protagonisti Daniel Brühl e Rosamund Pike, Entebbe prende il nome dall’operazione militare svoltasi nell’aeroporto della città ugandese dove si svolse il raid per liberare gli ostaggi. Il brasiliano Rodrigo Amarante – autore di Tuyo, canzone d’apertura di Narcos – firma la sua prima colonna sonora caratterizzata dall’uso di archi, synth e percussioni. Noi di Hot Corn vi consigliamo di recuperare anche Little Joy, splendido disco del 2006 dell’omonima band fondata dal musicista insieme a Binki Shapiro e Fabrizio Moretti degli Strokes.

THE REASCENT OF MAN – David Shire. Da Monkey Shire

Sono passati trent’anni dall’uscita di Monkey Shines, film scritto e diretto nel 1988 da George A. Romero e adattamento del romanzo di Michael Stewart. L’horror thriller sull’inquietante legame tra lo studente universitario Allan, rimasto sulla sedia a rotelle dopo un grave incidente, e una scimmia ammaestrata regalatagli da un amico. Un rapporto che sfocerà in una serie di omicidi commessi dall’animale inconsciamente richiesti dal giovane infortunato. Per celebrare l’anniversario del film, Music Box Records ha messo in commercio un’edizione limitata di mille copie della colonna sonora composta da David Shire (La conversazione, Zodiac).

CHASE ME – Danger Mouse ft. Run the Jewels & Big Boi. Da Baby Driver

Tra i titoli più fortunati al botteghino della scorsa stagione cinematografica, Baby Driver deve moltissimo alla sua ricca colonna sonora. Il giovane pilota, protagonista di rapine studiate al millimetro, blocca l’acufene di cui soffre e sincronizza le fughe al ritmo delle canzoni del suo i-Pod. Inutile dire quindi quanto la musica si funzionale alla narrazione e co-protagonista assoluta del film di Edgar Wright. Dai T-Tex a Martha and the Vandellas, passando per i Beach Boys e Simon & Garfunkel, Bady Driver è un susseguirsi continuo di canzoni del passato mixate con tracce contemporanee. Come nel caso di Chase me, brano hip hop influenzato da sonorità rock nato dalla collaborazioni di Danger Mouse dei Gnarls Barkley e Big Boi degli OutKast.

BULLET WITH BUTTERFLY WINGS – The Smashing Pumpking. Da Rampage

Diretto da Brad Peyton e basato sul videogioco prodotto negli anni ’80, Rampage vede Dwayne Johnson vestire i panni del primatologo Davis Okoye impegnato nella disperata ricerca di un antidoto per contrastare un virus che trasforma gli animali – tra cui l’adorato gorilla George – in feroci e gigantesche creature. La score originale è di Andrew Lockington ma qui vi proponiamo uno dei brani simbolo degli anni ’90. Si tratta di Bullet with butterfly wings, primo singolo della band capitanata da Billy Corgan estratto dal doppio album Mellon Collie and the Infinite Sadness divenuto un classico istantaneo della scena alternative rock statunitense (e mondiale).

LE MANIFESTE – Aleksei Aygi. Da Il giovane Karl Marx

Presentato fuori concorso al Festival di Berlino del 2017, Il giovane Karl Marx è un film biografico diretto da Raoul Peck, già firma del potente I am not your negro. La pellicola ripercorre l’amicizia tra Karl Marx e Friedrich Engels, interpretati rispettivamente da August Diehi e Stefan Konarske. La score è affidata al compositore russo Aleksei Aygi che torna a collaborare con Peck dopo il documentario dedicato allo scrittore James Baldwin. Quattordici brani orchestrali ben equilibrati tra di loro dove il piano e gli strumenti ad arco costituiscono le colonne portanti dell’intera partitura.

INFERNUA- Pascal Gaigne. Da Errementari

Nella piccola città di Álava, nella prima metà del 1800, un commissario indaga su un evento che lo porta a cercare indizi nella foresta. Qui vive un pericoloso e solitario fabbro chiamato Patxi. Gli abitanti del villaggio raccontano su di lui storie legate a furti, omicidi e patti demoniaci. Per caso, una ragazza orfana di nome Usue riesce a intrufolarsi nella sua abitazione e scopre la terribile verità sull’uomo. Il vincitore del premio Goya Pascal Gaigne è l’autore delle musiche per l’horror sovrannaturale diretto da Pauk Urkijo Alijo e prodotto da Alex de la Iglesia. Una partitura sinfonica scritta per orchestra e coro e caratterizzata da componenti elettroniche e cambi di stile tra i vari brani.

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