in

Cry Macho – Ritorno a casa | La ballata di Clint Eastwood in un western che ne demolisce il mito

Il regista parte dal romanzo di N. Richard Nash e, tra ironia ed emozioni, distrugge l’idea del macho

cry maacho
Cry Macho

ROMA – Una strada polverosa al tramonto, un pick up Chevrolet degli anni Cinquanta, un cappello da cowboy e alla radio le note di Find a New Home di Will Banister. Le prime sequenze di Cry Macho, il trentanovesimo film del novantunenne Clint Eastwood racchiudono un mondo. Quello di un immaginario western che lo stesso attore/regista ha contribuito a costruire e consolidare nel corso della sua lunga carriera. E quella canzone, scritta da Mark Mancina e interpretata da una delle voci del country contemporaneo, racchiude il nucleo di un film che parla di vecchie ferite e nuovi orizzonti.

Cry Macho
Una scena di Cry Macho

Al centro il Mike Milo di Clint Eastwood, una vecchia gloria del rodeo che una tragedia familiare e svariate bottiglie hanno trasformato in un anziano cowboy allevatore di cavalli. Pieno di rimpianti e con un debito morale nei confronti del suo capo, Howard Polk (Dwight Yoakam), l’uomo acconsente a guidare fino in Messico per riportare in Texas Rafael, il figlio adolescente che non vede da anni rimasto con una madre tutt’altro che materna. Un’impresa nient’affatto facile. Il ragazzo, sempre accompagnato dal suo amato gallo Macho, è un ribelle e la donna gli mette alle calcagna uno dei suoi uomini per impedire che i due passino il confine.

Cry Macho
Un’immagine di Cry Macho

Presentato in anteprima al Torino Film Festival, Cry Macho è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto nel 1975 da N. Richard Nash che firma la sceneggiatura insieme a Nick Schenk (già sceneggiatore di Gran Torino e Il Corriere – The Mule). Un soggetto di oltre quarant’anni fa che Clint Eastwood rende attuale e divide tra un road movie e una parentesi stanziale in un paesino messicano dove il cowboy e il ragazzino trovano riparo. Il ritmo del racconto è lento come i passi del cowboy/regista che, con incredibile (auto)ironia, ci ricorda di esserne consapevole con una frase – “Non so come curare la vecchiaia” – sussurrata a Rafael.

Clint & Macho

Cry Macho è un film pieno di echi del suo cinema, come se I Ponti di Madison County incontrassero The Mule e il tutto venisse infarcito di rimandi ai western che l’hanno visto protagonista e regista. Il cinema di chi non ha più bisogno di innovare, rileggere, inventare ma che vuole decostruire l’immagine del macho che lui stesso ha alimentato negli anni con una storia che parla di nuove possibilità, nuove case da abitare, fisicamente e mentalmente. E per farlo Clint Eastwood usa l’ironia e le emozioni. Perché, sotto la falda del cappello, anche i cowboy piangono.

Qui potete vedere il trailer del film: 

Lascia un Commento

Scompartimento n.6 di Juho Kuosmanen

Scompartimento n.6 | Tra ghiaccio e amore, un road movie dal sapore sorprendente

Juho Kuosmanen racconta Scompartimento N. 6

VIDEO | Scompartimento n.6, Juho Kuosmanen racconta il viaggio del film