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Cocainorso | Elizabeth Banks e la storia vera (e falsa) di un film già cult

Un orso, un carico di cocaina e una leggenda. Risultato? Uno dei film più attesi dell’anno…

Cocainorso
Una scena di Cocainorso. No, non fatelo arrabbiare...

ROMA – Nel 1985 un aereo di un corriere della droga con a bordo una grossa partita di cocaina finisce improvvisamente in avaria, precipitando in uno sperduto bosco della Georgia. Il carico viene ritrovato e mangiato da un – ignaro, ovviamente – orso bruno selvatico di 230 chili che, impazzito, si lancia poco dopo contro il più vicino centro abitato in cerca di altra droga e di sangue. Un gruppo stravagante e vario comprendente poliziotti, criminali, turisti e adolescenti tenterà di fermarne l’avanzata. Questa è la trama dell’atteso Cocainorso, il nuovo film di Elizabeth Banks dopo Charlie’s Angels, già uscito nelle sale statunitensi con un incasso superiore a 60 milioni di dollari, mentre in Italia lo vedremo il 13 aprile. Uno (s)cult, che se non è il film evento della prima parte di 2023, poco ci manca.

Un orso nero, un carico di cocaina e una leggenda metropolitana: che volere di più?

E non solo per il nutrito cast di volti noti al piccolo e grande schermo come O’Shea Jackson Jr., Aiden Ehrenreich, Jesse Tyler Ferguson, Kristofer Hivju, Isiah Whitlock Jr., Ray Liotta al suo ultimo ruolo (è scomparso lo scorso 26 maggio in piena post-produzione) e, non ultimi, Keri Russell, Matthew Rhys e Margo Martindale per un’inattesa reunion di quel gioiello seriale sempre poco citato che corrisponde al nome di The Americans. E nemmeno perché in produzione leggiamo i nomi di Phil Lord e Christopher Miller che – e se la storia recente è un fattore indicativo della portata filmica di Cocainorso – da The Lego Movie a I Mitchell contro le macchine passando per la spassosa comedy seriale The Last Man on Earth e il capolavoro da Oscar Spider-Man: Un nuovo universo, sbagliano davvero pochissimo.

Keri Russell in una scena di Cocainorso
Keri Russell in una scena del film

In effetti a giustificarne la visione basterebbe la sola presenza della Banks regista (nonché produttrice con la sua Brownstone Productions) in cerca di consacrazione e di quel progetto che possa farle fare il definitivo salto di qualità in termini di creatività e visione autoriale dopo il convincente Pitch Perfect 2 e l’adrenalinico ma poco apprezzato Charlie’s Angels. Non vi bastano come ragioni? C’è di più. C’è la storia vera dietro a Cocainorso. Non quella produttiva che parte da una sceneggiatura a firma Jimmy Warden del dicembre 2019 che incuriosì talmente Lord e Miller e la loro Lord Miller Productions da chiederne una stesura definitiva con, in origine – ancor prima che entrasse in scena la Banks –, Matt Battinelli-Olpin e Tyler Gillett alla regia, salvo poi rinunciarvi per Scream 5.

I titoli di testa di Cocainorso
I titoli di testa di Cocainorso

No, stiamo parlando della base narrativa, ciò che spinse Warden a proporre proprio la storia di Cocainorso come biglietto da visita da proporre ai produttori. Alle radici di Cocainorso c’è infatti un’incredibile vicenda a metà tra storia vera e leggenda metropolitana. L’aneddoto racconta di un orso nero americano di appena 79 kg che morì dopo aver ingerito 31 kg di cocaina del valore di 15 milioni di dollari contenuti in un borsone, nel dicembre 1985. Come ci era finita? Lanciata da un aereo pilotato da tale Andrew C. Thornton II, ex-agente della DEA poi narcotrafficante, per alleggerire un carico tanto pesante quanto – immaginiamo – ricco. L’aereo, ironia della sorte, andò in avaria. Ancor più ironicamente, Thornton si lanciò nel vuoto indossando un paracadute difettoso. Risultato? Morto sul colpo.

Cocainorso arriverà nei cinema italiani il 27 aprile 2023
Cocainorso arriverà nei cinema italiani il 27 aprile 2023

La stessa fine che fece l’orso bruno ritrovato poi circa tre mesi dopo nel Nord dello Stato della Georgia assieme a quaranta contenitori di plastica contenenti tracce di cocaina. L’orso, poi impagliato e ribattezzato Pablo EskoBear (e già…), fu acquistato nei primi anni Novanta dal cantante country Waylon Jennings. Dal 2015 lo si può trovare sotto il più familiare soprannome di Cocainorso/Cocaine Bear in mostra al Kentucky for Kentucky Fun Mall a Lexington. Da questa tragica e surreale vicenda è stato tratto un libro del 1990 dal titolo The Bluegrass Conspiracy: An Inside Story of Power, Greed, Drugs, and Murder a firma Sally Denton che ampliò il raggio d’azione in forma romanzata raccontando di scandali politici attraverso l’epica solitaria del poliziotto Ralph Ross.

Un altro motivo per vederlo? Cocainorso è l’ultimo film di Ray Liotta

Quello che la leggenda metropolitana ha invece alimentato – e che di Cocainorso è la pietra narrativa – è quanto compiuto dall’orso a seguito dell’ingerimento di droga: una carneficina di cui non c’è traccia negli archivi (per quanto spietata e violenta) che ci ha portati fin qui, allo script di Jimmy Warden, all’intuizione produttiva di Phil Lord e Christopher Miller, e al timido presentimento che Elizabeth Banks possa aver fatto mille volte centro con un progetto tanto folle – e da improduttiva black list – su carta, quanto incredibilmente geniale nella sua essenza filmica…

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Qui sotto potete vedere il trailer del film:

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