ROMA – «Sono una fan di Gipi da tantissimi anni. Amo il suo lavoro. Ho incontrato La terra dei figli nel momento in cui, sempre con Filippo Gravino e Luca Iuculano, stavo scrivendo un nuovo film. In quel momento gli ho chiesto di fermarci perché ero rimasto fulminato da una storia che conteneva dei temi a me cari perché li avevo affrontati in Una vita tranquilla ma anche perché vedevo tutta la letteratura e tutto il cinema che ho sempre amato. La terra dei figli mi fa venire in mente Mark Twain o Cormac McCarthy». Claudio Cupellini racconta a Hot Corn il suo adattamento de La terra dei figli, (lo trovate in streaming su CHILI) tra la scoperta di Leon de la Vallée, la colonna sonora di Motta, il ruolo della memoria e l’invenzione di un mondo post apocalittico.
- La terra dei figli: Gipi, la fine del mondo e la memoria secondo Cupellini
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La video intervista a Claudio Cupellini è a cura di Manuela Santacatterina:
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