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Captain Marvel, record di incassi e mito sfatato: le donne al box office sono super

Il nuovo film Marvel chiarisce un dubbio di Hollywood. Ma, a guardare indietro, non è il primo caso…

captain marvel
Industry

ROMA – Prima, qualche numero: Captain Marvel, 21° film del Marvel Cinematic Universe, globalmente, ha raggiunto i 600 milioni di dollari. Oltre 200 negli USA, più di 350 milioni all’estero. Sempre restando in America, nel weel-end d’esordio, ha incassato 153,4 milioni, appena dietro un’altra original story, quella di Black Panther, che arrivò a 202 milioni. In Cina, mercato nevralgico, ha debuttato con 90 milioni, posizionandosi al quinto posto nella classifica dei migliori lanci. Altra nota? Brie Larson e la sua Carol Danvers, attualmente, sono il sesto miglior esordio in sala, nonché il secondo lancio più forte, worldwide, per un film di supereroi, subito dietro Infinity War. Ovvio, numeri che, tra poco più di un mese, saranno ricalcolati con l’uscita di Endgame, eppure dietro le fredde cifre, si nasconde un’innegabile verità: le eroine da cinecomics sono potentissime.

Brie Larsone la regista Anna Boden.

Tornando indietro di qualche anno, e passando in casa DC, qualcosa si era già visto con Wonder Woman, che guadagnò nel mondo 821 milioni di dollari, con una release in USA che segnò 103 milioni. Cifra battuta da Captain Marvel – nonostante il nome meno conosciuto –, eppure un segno che, forse, i tempi stavano già cambiando. Certo, il film di Anna Boden e Ryan Fleck ha, dalla sua, la garanzia e il traino dei Marvel Studios che, dopo Black Panther, dimostrano un sincero interesse verso l’inclusione, l’uguaglianza, la parità, tanto che Jeff Bock, analista del box office con Exhibitor Relations, a Variety ha detto che «Siamo nell’età d’oro dei film di supereroi. Nessuna razza, nessun credo, nessun sesso dovrebbe essere escluso da questo mondo. Ed è chiaro che i fan vogliono eroi di qualsiasi tipo».

Brie Larson e Samuel L. Jackson sul set del film.

Tutto giusto, ma ci sono anche altre considerazioni da fare. Intanto, la qualità artistica. Fossero usciti oggi, probabilmente, il risultato sarebbe stato diverso, ma ciò non toglie che Elektra e Catwoman furono due pessimi tentativi, nonostante Jennifer Garner e Halle Berry (all’apice della sua carriera), di portare la femminilità al centro di una storia da fumetto. L’altro aspetto, è il tempismo con cui Kevin Feige ha fissato l’uscita del film. Infatti, Ant-Man and the Wasp a parte, Captain Marvel è il collegamento diretto (e la chiave finale) alla lotta a Thanos, tra Infinity War ed Endgame. Piazzamento tattico e imperdibile penultima puntata, quindi. Ma, l’ipotesi di successo è stata pianificata e anticipatamente calcolata, dato che Carol Danvers sembra essere la figura su cui si baserà il futuro del MCU, ereditando la mascolinità di Tony Star, Captain America e Thor.

Se, il risultato del botteghino, in tempi di Time’s Up è ancor più celebrato – con sonora sconfitta di quei troll del web che hanno fatto un’assurda contro-campagna prima dell’uscita –, non bisogna però restare sorpresi quando si parla della Casa delle Idee. «Con la Marvel, niente mi sorprende», ha dichiarato, ancora a Variety, Cathleen Taff, presidente della distribuzione di Disney, «Kevin Feige continua a offrire contenuti incredibile che spingono i contenuti sulla diversità, in modo che chiunque possa considerarsi un supereroe». Anche se, a guardare il particolare, i film femminili importanti al botteghino ci sono sempre stati. Frozen, per esempio, manifesto per eccellenza di indipendenza femminile, è il cartoon più visto della storia. Stessa cosa nella galassia di Star Wars: Daisy Ridley è la protagonista della nuova Trilogia. Per non parlare della saga di Hunger Games (3 miliardi di dollari!), oppure Alice in Wonderland di Tim Burton, al 34° posto dei maggiori incassi della storia. Insomma, tutte donne, tutte fortissime. E no, non solo al box office.

Qui potete vedere il trailer di Captain Marvel:

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