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Captain America: Brave New World | Anthony Mackie, Harrison Ford e l’eredità di Steve Rogers

Un nuovo Presidente, un nuovo Capitano e un nuovo mondo: Rosso. Ma cosa vedremo?

Un estratto da un'immagine promozionale di Captain America: Brave New World, di Julius Onah
Un estratto da un'immagine promozionale di Captain America: Brave New World, di Julius Onah

ROMA – Dopo un incontro con il neoeletto presidente degli Stati Uniti Thaddeus Thunderbolt Ross (Harrison Ford) in cui gli ha proposto di riformare gli Avengers per tenere unito il paese, il nuovo Captain America, Sam Wilson (Anthony Mackie), si ritrova nel mezzo di un incidente internazionale quando il Cap Dimenticato, Isaiah Bradley (Carl Lumbly), diventa il braccio armato di un attentato verso Ross. Accompagnato da Joaquin Torres (Danny Ramirez), il nuovo Falcon, e da Ruth Bat-Seraph (Shira Haas), un-ex Vedova Nera israeliana ora funzionario di alto rango del Governo, Wilson dovrà rimboccarsi le maniche sino a ritrovarsi faccia a faccia con un segreto oscuro celato alla vista per oltre quindici anni: Il Leader (Tim Blake Nelson) è tornato. Sarà una corsa contro il tempo prima che tutto il mondo si trovi dinanzi ad una nuova e pericolosissima minaccia Rossa.

Un estratto da un'immagine promozionale di Captain America: Brave New World: Dal 12 febbraio al cinema
Un estratto da un’immagine promozionale di Captain America: Brave New World

Ovvero Captain America: Brave New World, il quarto capitolo della saga del Vendicatore Marvel diretto da Julius Onah che da oggi arriva al cinema dopo un’attesa lunghissima. Precisamente dal (mini)series finale di quella The Falcon & The Winter SoldierOne World, One People – del (lontano) 2021 che con Brave New World condivide due dei tre co-sceneggiatori (lo show-runner Malcolm Spellman e Dalan Musson – l’altro è Rob Edwards) e che del trentacinquesimo lungometraggio del MCU – Marvel Cinematic Universe è il suo prodromo tematico. La miniserie in sei puntate, infatti, esplorava le immediate conseguenze Post-Endgame di un’America rimasta orfana del suo Capitano secolare e del suo scudo, simbolo di giustizia e speranza, dal peso incalcolabile per un singolo uomo. Quindi il retaggio, l’accettazione del ruolo, l’essere Captain America. Ed è da qui che parte il lungometraggio giocandovi a più riprese lungo il suo sviluppo narrativo.

Anthony Mackie in una scena del film
Anthony Mackie in una scena del film

Perché Sam non ha alcun super-potere. Nessun Siero del Super-Soldato che gli garantirebbe altrimenti forza e capacità sovrumane scorre nelle sue vene, ma c’è una ragione se Steve (Chris Evans), nel finale di Avengers: Endgame, ha scelto di affidare a lui lo Scudo e non all’amico fraterno Bucky aka Il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan). È un buono, Sam, si è costruito un avvenire prima come paracadutista e consulente traumatologico della USAF – United States Air Force, poi come primo Falcon e alleato di Steve e Bucky compensando con l’intelligenza tattica e l’empatia l’assenza di doti fisiche Super. Si è guadagnato sul campo i gradi di Capitano, ed è proprio da Capitano – e protagonista assoluto – che in Captain America: Brave New World si muove come centro nevralgico narrativo come mai avvenuto prima d’ora nel Marvel Cinematic Universe.

Una scena di Captain America: Brave New World
Una scena di Captain America: Brave New World

Da qui anche il nuovo e più importante ruolo di Captain America in termini valoriali, perché se con Steve – «Un super-soldato, una leggenda vivente che vive nella leggenda» per citare una delle battute più famose di The Avengers – il Capitano era un essere tanto mitologico dalla storia gloriosa quanto inavvicinabile e inarrivabile come centenario dalla forza erculea nel suo essere un simbolo di speranza, con Sam tutto diventa più normale, semplice, vero: Captain America diventa un’ambizione raggiungibile. Tutti possono esserlo, ma solo Sam è in grado di reggere il peso dello Scudo. Sente dolore il nuovo Cap, nel primo confronto corpo a corpo della pellicola con un energumeno della Società dei Serpenti di Sidewinder (Giancarlo Esposito nei panni di un villain veramente marcio che piace molto) finisce con lo spezzarsi una costola. Nell’ultimo, quello del climax, si lussa un braccio.

Anthony Mackie in una scena di Captain America: Brave New World
Anthony Mackie in un momento del film

È tutto molto a misura d’uomo in Captain America: Brave New World. Urbano, terreno, diretto, con molta intensità e pochi momenti di alleggerimento. Lo humor che ha caratterizzato le ultime produzioni Marvel – The Marvels in particolare perché Deadpool & Wolverine è una magnifica follia che gioca un altro campionato -, infatti, lascia qui il posto a una narrazione che pur a fronte di un intreccio non particolarmente armonico nel suo sviluppo zoppicante (specie nel come il villain Leader viene gestito tra secondo e terzo atto) compensa il tutto attraverso atmosfere dense riecheggianti agli intrighi politici di Captain America: The Winter Soldiers (ma molto meno d’impatto) e a due performance di livello. Senza scendere troppo nei dettagli, ma l’umanità di Mackie e il mestiere straripante di Ford valgono davvero la visione e il prezzo del biglietto di una produzione agognata e difficile.

Captain America: Brave New World: Hulk Rosso arriva nel Marvel Cinematic Universe
Captain America: Brave New World: Hulk Rosso arriva nel Marvel Cinematic Universe

Chi ha seguito un po’ le sue vicende produttive sa già che Captain America: Brave New World ne ha passate tante. Si sarebbe dovuto intitolare Captain America: New World Order con data d’uscita il 3 maggio dello scorso anno. Poi le polemiche legate alla dimensione caratteriale di Ruth Bat-Seraph aka Sabra con tanto di American Jewish Committee che avrebbe accusato la Marvel di valorizzare il Mossad e del velato razzismo verso i palestinesi, l’arco narrativo di Ross che dal compianto William Hurt a Ford ha subito numerose riscritture, lo sciopero SAG-AFTRA, il cambio di titolo verso il più speranzoso Brave New World e alcuni test-screening fallimentari che hanno costretto la Marvel a correre ai ripari programmando dei re-shoots per tutto il 2024. Non a caso, nei mesi successivi si iniziò a rumoreggiare (e parecchio) circa la presenza del Bruce Banner di Mark Ruffalo nel film.

Un estratto dalla locandina ufficiale di Captain America: Brave New World
Un estratto dalla locandina ufficiale di Captain America: Brave New World

In realtà le riprese aggiuntive sono servite principalmente per espandere il ruolo di Esposito nel film, armonizzare meglio Captain America: Brave New World in funzione delle logiche multiversali, e creare una congiunzione più omogenea con il bistrattato-ma-bellissimo Eternals (nessuno spoiler, il trailer lo ha già rivelato nda). Il risultato è un ritorno al passato, specie nel respiro scenico rievocativo degli albori cinematografici dei semplici e solidi film della Fase 1, come solo può solo esserlo un quarto capitolo che suona molto come un nuovo inizio per Captain America ed è in questa direzione che dovrà muoversi da qui in poi l’MCU. Aspettando Thunderbolts* il prossimo 30 aprile naturalmente…

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