ROMA – Presentato in anteprima mondiale all’International Documentary & Short Film Festival di Kerala e poi in anteprima nazionale al Matera Film Festival, Ultimo Film è un tributo al mondo analogico che sta scomparendo, mese dopo mese, anno dopo anno, inghiottito da un nuovo universo digitale che non lascia scampo a nulla. Ambientato in un laboratorio di sviluppo cinematografico di Milano in procinto di chiudere, il documentario – diretto da Gabriele Cipolla e Yuki Flavia Bagnardi e prodotto da Mediterraneo Cinematografica – racconta così gli ultimi venti giorni di un luogo che ha fatto la storia del cinema italiano. Al centro della storia, ecco Angelo Bottan, un tecnico appassionato che, in un mondo ormai dominato dalla digitalizzazione, lotta contro il destino inevitabile della sua professione in un viaggio cinematografico cominciato addirittura da un film come L’aria serena dell’ovest di Silvio Soldini.

Angelo lavora da oltre trent’anni in uno storico laboratorio milanese, ma adesso le cose stanno mutando e, nell’era della transizione digitale, il laboratorio è ormai condannato alla chiusura e Angelo si trova davanti ad una scelta piuttosto difficile: tentare di salvarlo con un ultimo sforzo oppure abbandonare per sempre un’arte che lo ha definito per decenni. Girato interamente su pellicola 16mm, Ultimo Film si distingue per la sua estetica volutamente retrò, che evoca il genere fantascientifico degli anni Settanta. Il laboratorio viene così ripreso e ritratto con una luce soffusa e una grana che richiama l’analogico, trasformando lo spazio in una sorta di astronave sospesa nel tempo. L’uso della pellicola, scelta fortemente voluta dai due registi, restituisce al film un’estetica materica e nostalgica.

E così gli interni del laboratorio, con tubi metallici, macchinari ingombranti e pulsanti luminosi, trasportano lo spettatore in un universo alieno, popolato da lavoratori che appaiono come astronauti di un mondo destinato a scomparire. Una scelta che rende il film anche una sorta di documentario di fantascienza, un connubio di generi che si alternano tra momenti realistici e visioni surreali. Perché, alla fine, Ultimo Film non è unicamente la storia di un uomo o di un laboratorio. Attraverso una narrazione intensa e un’estetica elaborata, Cipolla e Bagnardi ci invitano a riflettere su cosa significhi davvero il progresso. Nel suo essere sospeso tra due mondi, un’opera che rappresenta un ponte tra passato e futuro e che, immagine dopo immagine, colpisce per la sua autenticità…
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