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Il conte di Montecristo | Sam Claflin, Bille August e il nuovo viaggio dentro Dumas

Un nuovo progetto, un vecchio libro, un personaggio molto moderno. Ma com’è la serie?

Il conte di Montecristo
Sam Claflin nel ruolo del marinaio Edmond Dantès ne Il conte di Montecristo.

ROMA – Lasciare andare o logorarsi fino a perdersi? Domanda cardine nell’ennesima rielaborazione de Il conte di Montecristo, proposta stavolta in chiave seriale in quattro puntate e diretta da un regista come Bille August, decisamente una garanzia di qualità, Oscar nel 1989 con Pelle alla conquista del mondo e Palma d’oro a Con le migliori intenzioni, ma anche sapiente autore dietro a cult come Treno di notte per Lisbona. Sam Claflin è Edmond Dantès, mentre Jeremy Irons è l’Abate Faria, ma ci sono anche i nostri Michele Riondino, nei panni di Jacopo, braccio destro di Edmond, Lino Guanciale e Nicolas Maupas, nei panni del giovane Albert de Morcerf, figlio di uno dei nemici del Conte. Prodotta da Palomar in collaborazione con Demd Productions e con Rai Fiction, la serie arriverà su Rai 1 nel 2025. Ma com’è davvero? Vale la pena di essere vista oppure è la solita rivisitazione?

 Il conte di Montecristo
Jeremy Irons con Sam Claflin in una scena de Il conte di Montecristo.

«Credo che questa sia una delle più grandi storie di vendetta mai raccontate», ha spiegato August, «e per questo abbiamo cercato di condensarla in una serie che ci ha permesso di rendere omaggio a un romanzo complesso attraverso uno stile visivo spettacolare». Le pagine di Alexandre Dumas possiedono una bellezza senza tempo che qui prendono forma e diventano una serie potente con una colonna sonora tetra e maestosa, firmata dal compositore tedesco Volker Bertelmann in arte Hauschka, Oscar per lo score di Niente di nuovo sul fronte occidentale. Eccoci quindi dentro il mondo di Edmond, uomo buono caduto in disgrazia per colpa di invidie altrui che lo trasformano in un essere spietato, assetato di vendetta e privo di amore. Claflin incarna alla perfezione il personaggio, ricordando come abbia una spiccata bravura nell’interpretare personaggi oscuri e tormentati, basti pensare a Mosley in Peaky Blinders. L’intento di August? Dimostrare quanto un romanzo del 1889 sia molto moderno, tanto che più che sulla trama il regista si concentra nella definizione dei personaggi. Ma è vero?

La rinascita di Edmond Dantès: Claflin nel quarto episodio.

Molto fedele al libro, Il conte di Montecristo ruota attorno alla fredda analisi del piano per distruggere coloro che hanno rovinato la vita a Dantes, tutti per ragioni diverse – fame di potere, amore, segreti familiari– e a quanto l’animo umano può spingersi in basso. Significativa è la figura di Mercédès interpretata da una figlia d’arte, Ana Girardot, donna sopravvissuta alla perdita di un grande amore, costretta ad un matrimonio infelice, che nonostante riconosca dal primo incontro con il conte il suo amore perduto, lo lascia andare poiché sa che è ormai un’altra persona. Una serie godibile che – paradossalmente – deve fronteggiarsi anche con un’ulteriore rielaborazione passata quest’anno a Cannes, Le Comte de Monte-Cristo, con Pierre Niney nel ruolo del protagonista e Pierfrancesco Favino nel ruolo di Faria. In tempi di serialità abbondante e rivalità feroci, tra Netflix, Prime e Paramount, Il conte di Montecristo si presenta come un contenuto mainstream con una qualità decisamente elevata. Provare per credere.

  • VIDEO | Il film: Pierre Niney nella versione cinematografica

 

 

 

 

 

 

 

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