MILANO – Se un giorno andate al cimitero di Sirolo, sul Conero, nelle Marche, e cercate tra le lapidi, troverete il suo nome là in mezzo, inciso su una lapide. Jicky Juvenal, classe 1913. In realtà si chiamava Hazel Juvenal-Smith, nome in codice Jicky, ed era una delle spie inglesi volute da Winston Churchill durante la Seconda Guerra Mondiale, le cosiddette Special Operations Executive (SOE). Qualche anno fa la loro storia è stata tolta dagli archivi e dalla polvere della pagine di storia e raccontata in un film, Le spie di Churchill, che ora trovate in streaming su Prime Video, AppleTV+ e TIMVision. Diretto da Lydia Dean Pilcher, produttrice americana qui al debutto alla regia, nel cast il film allinea Stana Katic, Radhika Apte e Sarah Megan Thomas che ha anche scritto il film, basandosi sui racconti di quegli anni e sulle testimonianze degli angeli di Churchill, come furono chiamate allora.

Alcuni nomi sono stati cambiati, le storie però no. E allora ne Le spie di Churchill troviamo Vera (Katic), Virginia (Thomas) e Noor (Apte), agenti segrete di Sua Maestà Re Giorgio VI, passare da Londra al campo di battaglia, combattere il sessismo su entrambi i fronti e poi infiltrarsi in Germania e Francia. Non per tutte andò bene: qualcuna finì nelle mani della Gestapo, ripetutamente torturata per avere informazioni. Ed è quello che successe proprio a Hazel in arte Jicky, la cui storia è stata anche raccontata anche in un libro, L’angelo di Churchill (Media & Books) firmato da Nicoletta Maggi (trovate tutte le informazioni qui), in cui si racconta come Jicky, incinta, fu picchiata e torturata in carcere dai nazisti prima di riuscire a salvarsi.

Furono oltre cento le spie della SOE mandate in Europa (anche in Italia) ma subito dopo la guerra l’associazione venne smantellata ufficialmente dal Governo inglese: era il 15 gennaio del 1946. Jicky, sopravvissuta alla prigione di Fresnes, nella Marna, ovvero la stessa, terribile, da cui passò Louise Jacobson (le cui memorie sarebbero diventate Dal liceo ad Auschwitz – Lettere di Louise Jacobson) tornò a vivere a Parigi. Una volta finito il matrimonio però con l’imprenditore che aveva sposato, si innamorò di un italiano e finì a vivere a Sirolo, sul Conero, a pochi chilometri da Ancona, facendo l’antiquaria e dimenticando il suo passato. Sembrava una signora come tante, invece no. È morta il 22 gennaio 2011, a 97 anni, eppure, paradossalmente la sua storia è più viva che mai.
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