Alessandra De Tommasi MONTE CARLO – Di poche parole e di rari sorrisi, Aidan Turner sembra aver abbracciato a tal punto i drammi del suo capitano da incarnarli anche di persona. Incute una leggera soggezione, come ha dimostrato allo scorso festival della TV di Monte-Carlo dove lo avevamo incontrato noi di Hot Corn. Si vede che Ross Poldark gli è entrato sotto pelle: il personaggio della serie omonima, Poldark, alter ego, un nobile tormentato e in rovina, che ha sposato una donna di bassa estrazione sociale, il maschiaccio Demelza (Eleanor Tomlinson), ma resta legato al primo amore Elizabeth (Heida Reed), che nel fratello ha sposato il cugino George (Jack Farthing). I due, però, hanno in comune molto più di quanto non vogliano ammettere grazie ad un inconfessabile segreto.
UN SEX SYMBOL «Ross Poldark un sex symbol? Questa definizione mi fa sorridere, anche perché non mi sento condizionato da appellativi del genere. Capisco da quali scene della serie sia nata questa fama – da quelle sotto le lenzuola – ma vivo tutto in modo molto rilassato. Non mi preoccupo né mi tiro indietro. Non ci faccio caso. Quello che mi tiene costantemente occupato? La ricerca della qualità, soprattutto in un periodo in cui le serie possono essere viste su molte piattaforme. C’è tanta concorrenza e a decidere è sempre il pubblico».
LE DONNE «Anche se siamo di fronte ad un period drama classico, ispirato agli omonimi romanzi di Winston Graham (che a Hitchcock ispirò Marnie, nda), in Poldark c’è qualcosa di estremamente moderno. Non concordo con chi dice che Poldark sia un Robin Hood a puntate, perché credo racconti bene anche la nostra società contemporanea. Prendete il personaggio di Demelza: come dice sempre Eleanor Tomlinson, non è la donzella in pericolo alla ricerca di un principe, anzi, è forte e indipendente, ha una sua bussola morale e sa cavarsela da sola. In Poldark le donne non fanno da cornice o da sfondo, hanno un ruolo importante».
L’ALTRO POLDARK «In un cameo c’è anche Robin Ellis, il protagonista della serie originale, andata in onda negli anni Settanta. Un’apparizione importante perché ritrovarmelo sul set è stata un’emozione incredibile. Fa la parte del giudice, un ruolo piuttosto breve, ma è impossibile non notarne l’impatto quando appare. Ammetto che l’idea del nostro incontro all’inizio mi ha spiazzato perché era a dir poco surreale, ma poi mi ha colpito la generosità di Robin. Mi ha ascoltato e mi ha dato consigli preziosi. Un vero gentiluomo».
L’EROE «Ross Poldark non prende mai la decisione più semplice, anzi spesso si complica la vita. Non che lui voglia passare per eroe, ma sente la responsabilità delle ingiustizie. Il fatto che sia un personaggio un po’ cupo influenza anche il mio rapporto con la gente: credo che il pubblico abbia qualche remora ad avvicinarsi quando m’incrocia per strada, perché tendo sempre a mantenere un basso profilo. Sui red carpet è diverso, ma cerco di circoscrivere i momenti pubblici più che posso».
AL CINEMA «Ho vissuto incredibili esperienze sul grande schermo, soprattutto girando Lo Hobbit e interpretando Kili, ma continuo a ritenere la televisione e fare televisione un grande privilegio oltre che una gioia. Perché? Perché Poldark mi permette di camminare fianco a fianco con il mio personaggio per un lungo periodo, vivendone le trasformazioni e i cambiamenti. Proprio come succede nella vita reale».
In attesa di Poldark potete recuperare su CHILI i film con Aidan Turner.
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