ROMA – «Dietro la parola c’è un pensiero, c’è la storia di un uomo, c’è tanto di noi. In quest’epoca abbiamo fatto tanto per distruggerne la verticalità della parola. Adesso l’accettiamo soltanto nella sua orizzontalità. Per quello che, invece che scrivere la Divina Commedia, scriviamo tweet». Sergio Castellitto riflette così sull’importanza della parola e sul perché spesso faccia così paura al punto da essere censurata. Uno dei temi centrali di Dante, il film diretto da Pupi Avati dal 29 settembre al cinema in cui interpreta Giovanni Boccaccio. La pellicola tratta dal romanzo del regista, L’alta Fantasia, il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante, che narra la vita del poeta raccontata proprio dall’autore del Decameron.
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La video intervista a Sergio Castellitto è a cura di Manuela Santacatterina:
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