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Tick, Tick… Boom! | Andrew Garfield, Lin-Manuel Miranda e uno dei film più belli dell’anno

Tra cinema e musical, nel (grande) film Netflix la storia vera di un genio chiamato Jonathan Larson

Tick, Tick... Boom!
Tick, Tick... Boom!

ROMA – Tick, Tick… Boom!, come un cuore che batte e, all’improvviso, esplode di emozione. Tick, Tick… Boom!, come un orologio che scandisce i secondi che anticipano il botto definitivo, quello che alla soglia dei trentanni ti butta giù dal letto e ti fa capire che ormai quello che è fatto è fatto. Che il tempo è andato e, di certo, non torna più. Ma Tick, Tick… Boom! è anche il tempo che serve a dettare il ritmo della musica, quella musica che può riempire il vuoto di un’esistenza precaria e indecifrabile, come lo spazio che c’era tra Soho e il Greenwich Village – riempito oggi da numerosi Starbucks. Così, quello di Lin-Manuel Miranda, oltre ad essere un grande film, è anche e soprattutto la costruzione di un sogno realizzato ma, purtroppo, interrotto troppo presto. Precocemente e ingiustamente.

Andrew Garfield è Jonathan Larson
Andrew Garfield è Jonathan Larson

Perché la vita, se sei un genio, se ne frega. Perché la vita, anche se sei uno dei più grandi drammaturghi del mondo, guarda e passa dritta. Scritto sapientemente da Steven Levenson, l’esordio alla regia di Miranda rende omaggio alla figura straordinaria di Jonathan Larson, portando su Netflix (ad oggi è uno dei migliori film distribuiti dal colosso streaming) l’adattamento cinematografico del suo omonimo musical che – nonostante venne composta da Larson all’inizio degli Anni Novanta – ebbe la sua prima solo il 23 maggio del 2001 al Jane Street Theater di Manhattan, teatro Off-Broadway a pochi passi dalla riva del fiume Hudson. Tra palco e set, tra musical e dramma esistenziale colorato da sprazzi di irruenta vitalità, il film di Miranda mischia il genio e le ossessioni di Larson alla battaglia che ha combattuto per dare vita alla sua prima opera, costruita interamente di tasca sua durante diversi workshop.

tick, tick... boom!
Sul palco

Ad interpretare Larson troviamo un pazzesco Andrew Garfield che non sbaglia un tono né un inflessione, riempiendo con intelligenza ed empatia l’eclettica macchina da presa di Lin-Manuel Miranda, che prende giri e rigiri inaspettati come fosse su di un palcoscenico di Broadway. Per lui – e per noi che restiamo ammaliati – non c’è distinzione: Tick, Tick… Boom! è pura arte, estro e meraviglia, è ancora e ancora la stupefacente illusione degli Anni Novanta, è l’emblema del sogno newyorkese di quando i provini venivano fatti nei loft senza riscaldamenti del Lower Side, tra gatti arancioni e attrici bellissime. Miranda, dopo aver riscritto la storia con Hamilton, dimostra dunque di avere anche un marcato talento da filmmaker, omaggiando e abbracciando Jonathan Larson, mostrandogli – solo idealmente, purtroppo – una devozione quasi sacrale.

Vanessa Hudgens e Andrew Garfield in una scena del film
Vanessa Hudgens e Andrew Garfield in una scena del film

Come è giusto che sia, come sono stati a loro modo giusti i due Tony postumi e il Pulitzer per Rent, l’altro strepitoso musical firmato da Larson, nel quale mischiava sfumature bohémien all’incubo dell’AIDS. Proprio qui Tick, Tick… Boom! prende la sua piega più feroce, quella che riporta Larson / Garfield con i piedi per terra; i suoi più cari amici infatti si spartiscono i minuti con il virus dell’HIV, mentre lui passa la settimana a lavorare al Moondance Diner e il week-end si strugge a comporre testi e musica su di un Macintosh Classic che arranca. Quindi desideri e speranze, vita e morte, eredità artistica, anticonformismo, libertà assoluta. Lin-Manuel Miranda e Andrew Garfield da una parte, Jonathan Larson e la sua vita dall’altra. In mezzo, in bilico tra sorrisi e lacrime, c’è un film imperdibile: Tick, Tick… Boom!

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Qui il trailer del film:

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