MILANO – Un unico nome, molte anime, un percorso che tocca mondi diversi e apparentemente distanti, capace di unire Calibro 35, Winstons e Afterhours, ma anche PJ Harvey, Steve Wynn e il geniale progetto di Mike Patton, Mondo Cane. Da almeno quindici anni Enrico Gabrielli è in tutte le cose migliori che, a livello sonoro, escono dall’Italia, un fuoriclasse che ha sempre amato la musica da cinema, basti ricordare – tra le molte cose – l’incredibile versione di C’eravamo tanto amati che fece con i JunkFood nel 2016 per Italian Masters (la potete ascoltare qui, imperdibile) o il lavoro su Bernard Herrmann in At The Gates Of The Twilight Zone. Adesso Gabrielli firma la sua prima colonna sonora come solista con Ancora più bello di Claudio Norza e qui racconta la sua esperienza, ma anche i riferimenti, il lavoro fatto su un film del 1911 e la sua soundtrack preferita.

LA COLONNA SONORA – «Lo scorso marzo sono stato contattato dai consulenti musicali della Eagle Pictures per firmare due colonne sonore (Ancora più bello e Sempre più bello che uscirà nel 2022) in un momento in cui il cinema sembrava l’unico comparto che andasse avanti senza limitazioni. Ho accettato l’incarico perché era uno sbocco professionale attraente. Poi quando le riprese dei due film si sono concluse a metà giugno, qui a Torino c’è stata la “stretta” sulle musiche ed è iniziato un periodo di lavoro febbrile concluso all’inizio di settembre. Con il regista, Claudio Norza, il rapporto è stato simile a un frullatore alla massima velocità. I tempi? Strettissimi, perché questo genere di film è schedulato a scadenze precise. Il montaggio di Ancora più bello si è concluso a inizio luglio e a fine luglio dovevo andare ai mix a Cinecittà. In quel periodo erano anche ricominciati i concerti e, in pratica, ho lavorato con una tastiera portatile e il computer in condizioni disparate: in treno, nei soundcheck, al mare e addirittura in un bagno. Norza ha fatto molto affidamento sulla colonna sonora perché se un film è un sottomarino, la musica è la sala macchine…».

IL FILM – «Ancora più bello è un film apparentemente leggero, sì, ma in verità contiene al suo interno almeno quattro tipi di mood diversi: il romantico, il drammatico, la spy story e la commedia. E quasi tutti i personaggi hanno un tema specifico adattato a seconda della situazione in cui sono calati. Oltre a Norza, avevo anche il produttore della Eagle, Roberto Proia, che in quanto sceneggiatore e inventore della trilogia in questione, aveva visioni e idee molto precise e definite. Una triangolazione di fuoco tra regista, produttore e piattaforma (Netflix) che mi ha costretto volente o nolente ad imparare il mestiere. E molto bene…».

L’INFERNO – «Sì, con Corrado Nuccini ho sonorizzato L’inferno, film del 1911. Dopo la full immersion per la Eagle mi è sembrato semplicissimo: a discapito del nome, L’inferno è stato decisamente un paradiso. L’ho scritto su carta in cinque giorni, in pratica in un tavolo dell’Imbarchino del Valentino, a Torino, per un ensemble di ragazzi del centro musicale di Modena che hanno letto e assemblato con grande bravura il sinc dal vivo sulle immagini. Scrivere una partitura di pugno su carta pentagrammata resterà per sempre il miglior modo che ho di esprimermi. Il film è stato presentato al Festival della Filosofia di Modena e mi auguro che, al di là dei festeggiamenti danteschi del 2021, ci possano essere altre repliche».

I RIFERIMENTI – «I compositori preferiti? La lista è lunga. Sarebbe poi una lista nostalgica perché non conosco film moderno in grado di sostenere il peso di certe colonne sonore del passato: penso a La classe operaia va in paradiso di Ennio Morricone. Quale film oggi riuscirebbe a supportare con le immagini una potenza musicale così imponente? Oltre a Morricone, pago volentieri il mio tributo a certe trovate armoniche di Luis Bacalov e all’inquieta sospensione emotiva del maestro Bernard Herrmann. Poi adoro compositori americani di trent’anni fa come Alan Silvestri, Jerry Goldsmith e il primo Hans Zimmer che, a mio modesto avviso, nella commedia ha dato il meglio. Li invidio, perché hanno potuto lavorare in tempi in cui non esisteva il digitale e potevano realizzare musiche solo su nastro. Il che significava meno ingerenza da parte dell’apparato e maggiore libertà creativa. Sì, più che adorazione, provo decisamente invidia…».
LA MIA COLONNA SONORA PREFERITA – «Che domanda tremenda. Così su due piedi credo che la più incredibile delle colonne sonore mai scritta al mondo sia Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di John Williams per il film di Spielberg. Perché? Andatevela ad ascoltare…».
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