MILANO – Anni Cinquanta. Per la fittizia cittadina di Cayga, New Mexico, è una sera importante. Sono tutti diretti alla palestra del liceo per assistere ad una partita di basket. Mancano all’appello la centralinista Fay (Sierra McCormick) impegnata nel turno di notte e lo speaker radiofonico Everett (Jake Horowitz). Quando la ragazza ascolta uno strano rumore interrompere la trasmissione dell’amico, i due iniziano ad investigare per capire di cosa si tratti mentre il resto della città è all’oscuro di cosa stia accadendo sopra le loro teste. Parte da qui il folgorante debutto alla regia di Andrew Patterson con The Vast of Night.

Si rimane increduli, dopo aver visto il film disponibile su Amazon, nello scoprire che ben 18 festival lo abbiano rifiutato. A fare giustizia cinefila ci hanno poi pensato il Toronto Film Festival e una nomination per la miglior sceneggiatura d’esordio agli Independent Spirit Awards. E se si pensa poi che The Vast of Night si costato solo 700mila dollari – auto-finanziati da Patterson grazie al suo lavoro di produzione di pubblicità e corti per l’Oklahoma City Thunder – si apprezzano ancora di più i novanta minuti in cui si dipana il film.

Segnali radio, vecchie bobine, telefonate anonime: il film – ambientato nell’arco di una notte – è un omaggio alla televisione e ai film sci-fi degli anni Sessanta fin dalla prima inquadratura, chiaro riferimento a The Twilight Zone. Riferimenti che Andrew Patterson maneggia con originalità e un’idea di regia precisa. The Vast of Night è puro intrattenimento. Merito di una sceneggiatura – scritta dal regista sotto lo pseudonimo di James Montague con Craig W. Sanger – verbosa ma mai prolissa e un montaggio capaci di dare al film un ritmo che vi terrà incollati davanti lo schermo, tra blackscreen e sequenze sorprendenti. Creatività, ambizione, visione e intelligenza. Quello di Andrew Patterson è uno degli esordi più sorprendenti degli ultimi anni che, ci scommettiamo, diventerà un piccolo cult di genere.

Diviso tra gli spazi chiusi di radio e centralino e quelli immensi di una città apparentemente disabitata, il film mostra come i limiti di budget possano diventare un elemento a favore che aguzza l’ingegno. Uno sci-fi ispirato a due fatti di cronaca – l’incidente UFO di Kecksburg e la sparizione di Foss Lake – che guarda a Orson Welles e al suo La Guerra dei mondi (citato anche nel nome della radio, WOTW) dando però alla storia un’atmosfera intima e attuale. Le due chiamate che arrivano al centralino infatti sono di un afroamericano e un’anziana donna, persone che nella società – ieri come oggi – faticano a trovare una voce. Così, tra strane audiofrequenze e dischi volanti, The Vast of Night ci ricorda l’importanza di ascoltare.
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Qui potete vedere il trailer di The Vast of Night:
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