ROMA – La morte di Kirk Douglas a poche ore dagli Oscar è l’addio definitivo alla vecchia Hollywood, ai grandi registi e agli attori che di quegli autori sapevano interpretare ogni inquietudine. Douglas ha incarnato come pochi il sogno hollywoodiano, protagonista a sua volta di una vita avventurosa e cinematografica. Carattere d’acciaio, fossetta sul mento e faccia da schiaffi, Douglas è stato uno degli attori più importanti e ambiziosi della sua generazione, tra i pochissimi a esercitare un potente magnetismo su tutti coloro che hanno lavorato con lui. La parabola del figlio del povero straccivendolo analfabeta, emigrato dalla Bielorussia, che diventa una star, allora, è davvero la metafora delle metafore. Come avrebbe potuto non amarlo il pubblico? Escludendo Spartacus e Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick, obbligatori, vi suggeriamo quindi cinque film per scoprire o riscoprire il grande Kirk.

L’ASSO NELLA MANICA (1951) – Billy Wilder, Kirk Douglas e una storia sul giornalismo che potrebbe essere raccontata anche oggi e con identico impatto. Charles Tatum reporter di razza dal carattere impossibile si trova per questo motivo senza lavoro. In una piccola città del New Mexico scopre la storia che potrebbe riabilitarlo. Quella di un ladro di tombe indiane imprigionato da una frana. Trasformerà quella tragedia in uno spettacolo. A che prezzo? Dove vederlo: L’asso nella manica.

LO ZOO DI VETRO (1950) – Il dramma di Tennessee Williams rivive nell’adattamento cinematografico di Irving Rapper in cui Kirk Douglas interpreta Jim O’Connor, amore infelice della timida Laura (Jane Wyman), e unico essere umano in grado di infrangerne la corazza. Promesso sposo ad un’altra, Joe accetta lo stesso l’invito dell’amico Tom a conoscere la sorella. E riuscirà a regalarle comunque un piccolo momento di gioia. Gentiluomo o canaglia?

20.000 LEGHE SOTTO I MARI (1954) – Prima pellicola della Disney in Cinemascope, quella diretta da Richard Fleischer è avventura allo stato puro. Il racconto di Jules Verne prende corpo sotto ai nostri occhi e ci restituisce due protagonisti magnifici: il misterioso Capitano Nemo (James Mason) e l’ardimentoso fiociniere con la maglia a righe rosse Ned Land (Kirk Douglas). Segni particolari del marinaio Land? Intelligenza e coraggio. Anche al cospetto di giganteschi mostri marini.

BRAMA DI VIVERE (1956) – Vincente Minnelli regala a Kirk Douglas una delle possibilità più belle: interpretare Vincent Van Gogh. Colori splendenti, ambientazioni perfette per la tragedia di un uomo, un artista magnifico, che non riesce a essere completamente sé stesso.

ULISSE (1954) – Ovvero, quando Hollywood finì sulle rive del Tevere. Mario Camerini rilegge l’Odissea di Omero in chiave iperspettacolare, affiancando a due stelle come Kirk Douglas e Anthony Quinn le splendenti bellezze di casa nostra Silvana Mangano e Rossana Podestà. Non è di certo un capolavoro, ma cattura alla perfezione lo spirito di un’epoca in cui le grandi maestranze di Cinecittà mostravano al mondo la loro bravura.
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Kirk Douglas riceve l’Oscar alla carriera nel 1996
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