MILANO – Se la Mrs. Maisel di Rachel Brosnahan fosse realmente esistita, state pur certi che nomi come Iliza Shlesinger, Kathy Griffin o Ali Wong – alcune delle stand up comedian più celebri in circolazione – avrebbero annoverato la comica dell’Upper West Side come una delle loro ispirazioni principali. E il motivo è chiaro: La Fantastica Signora Maisel, la serie Amazon Prime ideata da Amy e Daniel Palladino, mette al centro la figura di una donna, una stand up comedian per l’appunto, che usa la sua vita privata come soggetto per le sue esibizioni. Una donna dell’alta società della New York di fine anni Cinquanta che – dopo aver visto crollare la perfezione apparente della sua vita da moglie e madre casalinga – ha seguito quella vocina nella testa che le diceva di realizzare il suo sogno.

Quello di salire sul palco, illuminata dalle luci di un locale, e far ridere il pubblico con le sue battute. E se le prime due stagioni di La Fantastica Signora Maisel vedevano Midge divisa tra due vite parallele, apparentemente destinate a non incontrarsi mai, con questo terzo capitolo il gioco si è fatto serio. Al punto che Midge e la sua manager Susie (Alex Borstein) lasciano New York per andare in tour con Shy Baldwin (Leroy McClain), tra basi militari e casinò. Mrs. Maisel ce l’ha fatta. Ha lasciato le mura sicure del Gaslight Cafè per diventare una stand up comedian professionista a tutti gli effetti.

Una scelta narrativa naturale, certo, che permette però alla coppia di showrunner di sviscerare ancora più a fondo un tema – quello del conflitto – a loro caro (Gilmore Girls aka Una mamma per amica insegna). Relazioni dalle sfumature ambigue, sensi di colpa, contese. Sotto la superficie fatta di dialoghi serratissimi, battute taglienti, gin martini e rossetti pastello, la serie prosegue un percorso ben preciso. A spiccare la crescita della sua protagonista, più incline che mai all’autocritica e all’indipendenza ma ancora sospesa in una zona grigia tra passato e nuovi orizzonti. Una sorte che, a ben guardare, accomuna tutti i protagonisti principali, dalla spalla Susie ai suoi genitori fino a quel marito dal quale fatica ad allontanarsi.

Se l’ossessione per il dettaglio e l’estetica, poi, sono uno dei tratti distintivi della Sherman-Palladino, preparatevi perché con la terza stagione di La Fantastica Signora Maisel la showrunner ha toccato il suo climax. Piani sequenza, inquadrature che sembrano uscite da un numero di Vogue e scene orchestrate in ogni minimo dettaglio. Dalla scelta dell’ombretto di una comparsa all’uso delle luci nulla è lasciato al caso e ci fa scommettere che i Golden Globe ed Emmys già vinti non resteranno soli ancora a lungo. Menzione d’onore al Lenny Bruce di Luke Kirby, co-protagonista di uno degli episodi più seducenti di questa terza stagione.
- Alla première della terza stagione con Rachel Brosnahan a New York
- The Marvelous Mrs. Maisel | L’intervista a Rachel Brosnahan
- Un giorno a New York con la fantastica Signora Maisel
- Amy Sherman-Palladino: «La mia Maisel? Libera dagli stereotipi»
Qui potete vedere il trailer di La Fantastica Signora Maisel 3:
Lascia un Commento