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Ted Bundy, Zac Efron e quel fascino criminale di un diavolo del Novecento

L’attore interpreta il serial killer protagonista e burattinaio di circo mediatico dell’orrore negli Anni 80

ROMA – Per Ted Bundy – Fascino Criminale, sarebbe stato più adatto mantenere il titolo originale, Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile. O, al massimo, tradurlo: Estremamente malvagio, incredibilmente diabolico e vile. Perché, anche se nel film di Joe Berlinger, che parte dallo Utah del 1969 finendo nella Florida del 1989, la violenza non venga esibita, il risultato è un folgorante ritratto di cos’è stato davvero Theodore Robert Bundy. Killer di oltre trenta vittime accertate (ma si presume superassero quota cinquanta) la cui vita, vista da fuori, sembrava la sintesi del perfetto quadretto americano: villetta, felicità, famiglia. Al suo fianco l’ignara Liz Kendall, la compagna con cui ha condiviso parte della sua vita prima di essere catturano.

Zac Efron e Lily Collins nel film

Basato sul libro The Phanton Price: My Life With Ted Bundy della stessa Elizabeth Kendall/Kloepfer, che nel film è interpretata da una bravissima Lily Collins. Insieme a lei, nel ruolo di Bundy, un enigmatico e spaventoso Zac Efron, finalmente lontano da certi ruoli facili, per entrare nell’anima nera di uno dei più citati e spietati assassini seriali del Novecento. E sì, sarebbe stato più consono mantenere quegli aggettivi per il titolo. Del resto, la prospettiva della storia non viene quasi mai vista con gli occhi di Bundy, bensì da chi gli è girato attorno, da chi ha utilizzato parole stridenti per definirlo, se messe nella stessa frase. Gentiluomo e maniaco, affascinante e perverso.

Ted Bundy in fuga

Velocizzato – l’arco d’azione di Bundy è durato circa trent’anni – e ricamato sui sentimenti complicati e conflittuali di Liz, il film di Berlinger non racconta la cronaca dei fatti in termini voyeuristici, bensì riassume la follia ragionata e studiata di «un uomo giovane e brillante che avrebbe potuto essere un buon avvocato, presentandosi però dalla parte sbagliata». Sempre citando le famose parole del giudice Cowart, qui con il volto di John Malkovich, nella parte più sincopata del film, in cui Bundy, tra fughe, aggressioni e omicidi, diventa una sorta di punto di riferimento aberrante per molte persone che credono alla sua innocenza. In fondo, siamo negli Anni Settanta, e il sinonimo di libertà (e ribellione) poteva essere spesso confuso con la giustizia.

Zac Efron e Jim Parsons, nel film

Allora, ecco che poco a poco, esce fuori l’aspetto mediatico di quel primo processo trasmesso in diretta tv, arrivando nelle case di milioni di americani. Dove tutti si sentivano tirati in ballo e in dovere di dire la propria. Arrivando nel bel mezzo di un circo dell’orrore portato avanti da un killer, da uno psicopatico, da un vampiro. Inchiodato alla sedia elettrica proprio dai suoi famelici denti, dalla sua ossessione di morte e disgusto. «No money could save him, so he laid down and he died. Ooooh, what a lucky man he was, ooooh, what a lucky man, he was».

  • Qui il trailer di Ted Bundy – Fascino Criminale:

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