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Topher Grace: «Io, The Hot Zone e la storia vera di un nemico invisibile»

Una produzione firmata Ridley Scott e il terrore per un virus letale: l’attore racconta la serie

Topher Grace
Topher Grace è il Dr. Peter Jahring in The Hot Zone

PASADENA – «Non ci sono mura che possano fermare l’ebola», riflette con una buona dose di sarcasmo Topher Grace, qui a Pasadena per raccontare The Hot Zone, la nuova miniserie di cui è protagonista insieme a Julianna Margulies e Liam Cunningham, in onda su National Geographic). Prodotta da Ridley Scott e tratta dall’omonimo libro di Richard Preston, parla della vera storia sulla scoperta del virus ebola e il suo arrivo sul suolo americano nel 1989, quando apparse in un laboratorio di ricerca per primati importati dall’Africa. Thriller e scienza, in cui Topher Grace interpreta Peter Jahring, virologo scettico dell’Istituto medico di ricerca sulle malattie infettive dell’esercito americano (USAMRIID), sotto la direzione del colonnello luogotenente Nancy Jaax (Julianna Margulies). «Ho letto il libro molto tempo fa, quando frequentavo la scuola media» rivela l’attore newyorkese. «Mi aveva spaventato a morte».

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BESTSELLER – «Se il libro mi ha terrorizzato è perché parlava di una storia vera. Dirò di più, forse è ancora il thriller più spaventoso che abbia mai letto. Non parla di un personaggio fittizio che ci insegue, ma di una cosa reale, viva e oltretutto invisibile. Hanno fatto un lavoro meraviglioso nell’adattare la sceneggiatura e abbiamo creato un cast davvero fantastico».

Topher Grace
Topher Grace e la maglietta in favore di Dukakis

DUKAKIS-BENTSEN – «C’è stato chi ha criticato la t-shirt della campagna presidenziale Dukakis-Bentsen che indosso durante tutto il primo episodio perché dicono che nel 1989 le elezioni erano già finite e i democratici avevano già perso. Immagino sia colpa mia dal momento che quella t-shirt è stata una mia idea. Ma posso spiegarne i motivi. Ho indossato la maglietta di John Kerry per i due anni successivi alle elezioni: ero così deluso. Ricordo di essermi imbattuto, in qualche parte, nella figlia di John Kerry che mi ha detto: “Oddio, è stupendo che indossi ancora quella maglietta!”. Credo che il modo in cui vedo le cose sia un po’ diverso dagli altri ma non si tratta di un errore, Peter sa benissimo di indossare quella maglia fuori tempo. Sarebbe stato un errore solo se l’avesse indossata prima che ci fossero state le elezioni».

Topher Grace
Julianna Margulies e Topher Grace con le tute protettive

GLI ATTORI – «Julianna è diventata il mio eroe personale per avere indossato quasi ogni giorno quella tuta protettiva nelle scene in laboratorio. Io l’ho dovuta mettere per circa 20 ore, neppure filate, e pensavo di impazzire. Non potevo sentire parlare gli altri attori perché dentro c’erano dei ventilatori che pompavano ossigeno, e non avevo idea di cosa stessi dicendo. In un certo senso, quella terribile claustrofobia durante le ricerche era in linea con il tema della serie ma, Gesù, che fatica! Gli attori dovrebbero ricevere dei riconoscimenti per dover sopportare tutto ciò che non ha a che fare con il recitare. Pensa ai protagonisti di Game of Thrones, sembra debbano sopportare un freddo gelido, dovrebbero dargli un premio solo per quello».

Topher Grace
Topher Grace e Julianna Margulies insieme in The Hot Zone

DIVERSIFICARE – «Non mi piace paragonare i miei ruoli in film diversi. È il lavoro dell’attore quello di essere in grado di trasformarsi all’occasione. Alcuni attori invece amano interpretare ogni volta la stessa parte ma per quanto mi riguarda, più mi vengono offerti ruoli diversi, e meglio è. Adoro questo lavoro. E stavolta so senza ombra di dubbio perché ho detto sì a The Hot Zone: perché ho amato il libro».

  • Qui il trailer italiano di The Hot Zone

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