MILANO – Mike Flanagan e la sua sensibile passione per l’horror continuano ad ampliare l’antologia che il regista ha iniziato nel 2018 con The Haunting of Hill House, basato sul romanzo di Shirley Jackson. Dopo The Haunting of Bly Manor e Midnight Mass, Flanagan torna con un horror young adult, basato sul celebre romanzo di Christopher Pike, The Midnight Club. La miniserie da dieci episodi è il nuovo spettrale e terrificante racconto i cui protagonisti, questa volta, sono un gruppo di adolescenti. Tutte facce nuove nell’industria, anche se non sembrerebbe proprio una volta viste le loro estremamente convincenti performance.

The Midnight Club è ambientato in un vecchio maniero, esattamente come le precedenti serie di Flanagan. Chi conosce il celebre libro di Pike, un vero e proprio must per chi si è avvicinato all’horror in giovane età, sa che è stato trasformato in un ospizio per ragazzi, Brightcliffe, affetti da malattie terminali, che lì possono vivere i loro ultimi giorni con dignità e circondati da persone che li capiscono. È qui che Ilonka si trasferisce dopo aver ricevuto una diagnosi di leucemia, i sogni distrutti mentre è già pronta a partire per Stanford. A Brightcliffe, Ilonka si ritrova in un alquanto strambo gruppo, alcuni più restii degli altri a diventare suoi amici. Come sappiamo, se non sono i momenti felici, sono le disavventure a far avvicinare qualcuno, e in The Midnight Club queste non si fanno certo mancare.

La devozione di Flanagan al materiale di partenza è evidente, così come il suo attaccamento ai volti che sono tornati a più riprese nelle sue serie tv e che anche qui compaiono con dei geniali cameo disseminati qua e là. The Midnight Club è esattamente quello che il titolo promette. A mezzanotte, i ragazzi si riuniscono nella biblioteca intorno a un grande tavolo e si raccontano a vicenda storie spaventose. Creano fantasmi, come dicono loro. La serie ha così due percorsi che scorrono parallelamente: una è la storia presente – degli anni Novanta – che vede i ragazzi a Brightcliffe, l’altra è quella formata dalle storie che i ragazzi inventano e che richiedono quasi tanto tempo sullo schermo quanto la storia principale.

Flanagan riesce per i primi episodi a mantenere un giusto equilibrio tra le due, ma verso la fine le profonde allegorie prendono il sopravvento sugli eventi a Brightcliffe che, nemmeno a dirlo, sono molto più interessanti. Di certo, oltre The Haunting of Hill House che ha ottenuto un enorme successo, The Midnight Club è sicuramente tra le più inquietanti e sinistre serie dell’antologia. Non tanto per fantasmi ed entità sovrannaturali (ce n’erano molte di più nelle precedenti), ma perché per essere un horror adolescenziale, la morte è così presente sin dall’inizio che lascia un senso di disagio e di inquietudine fino alla fine.

La serie di Flanagan è molto azzeccata nella scelta dei suoi protagonisti e nel crescendo che a un certo punto arriva anche a comprendere un rituale pagano propiziato da una vicina naturalista – mai nessuno è sembrato così minaccioso con in mano dei ramoscelli come lei. L’unica pecca, se proprio se ne deve trovare una, è un finale che, vista la premessa piena di morte e disperazione, rimane un po’ sottotono. I suoi ultimi minuti sono chiaramente la strada preparata per ulteriori episodi, ma tutta l’attesa che si era creata fin dall’inizio rimane un po’ insoddisfatta. Non del tutto, però. The Midnight Club è una grande serie e riconferma l’abilità di Mike Flanagan nel genere horror. Potrebbe solo lasciarsi andare un po’ di più.
Qui trovate il trailer di The Midnight Club:
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