MILANO – Avevamo imparato a (ri)conoscerla con il profilo di Claire Foy, oggi ritroviamo la Regina Elisabetta II con quello, adulto e televisivo, di Olivia Colman. Il rischio era alto, eppure Peter Morgan ha passato brillantemente la prova. Sì, perché il drammaturgo e sceneggiatore londinese ideatore di The Crown, serie originale Netflix incentrata sulla famiglia reale inglese, è riuscito nell’impresa di traghettarci da una stagione all’altra senza bruschi passaggi o sensazioni stranianti nonostante la sostituzione dell’intero cast. Una scelta dettata, ovviamente, dall’arco temporale coperto da questo terzo capitolo che si apre nel 1964.

L’anno d’insediamento a Downing Street di un nuovo Primo Ministro, il laburista Harold Wilson (Jason Watkins) che segnò l’inizio di una transizione politica e sociale che investì il Paese e, di conseguenza, Buckingham Palace. Così, dopo The Queen (2006) e lo spettacolo teatrale del 2013, The Audience, Morgan prosegue con The Crown la sua accurata dissezione della moderna storia inglese intrecciando pubblico e privato dei Windsor. A partire, neanche a dirlo, dal conflitto interiore di quella Regina combattuta tra la sua vera natura e il ruolo che deve ricoprire, avvolta da una solitudine rassegnata e dal peso, fisico e morale, della corona.

Una perfetta Olivia Colman che, al contrario della Regina Anna de La Favorita grazie alla quale ha vinto l’Oscar per la sua interpretazione, qui gioca in sottrazione e in silenzi amplificati da scrittura e regia. Una sovrana chiamata a tenere le fila di una famiglia da sempre al centro dell’attenzione pubblica, stretta nella morsa di pressioni esterne e private verso le quali ha dovuto erigere un muro per attutirne i colpi. «Le persone non vi vogliono normali. Vi vogliamo perfetti. Un ideale». Ma, «fatta eccezione per Dio», nessuno è perfetto, tantomeno i Windsor.

Al fianco della Colman troviamo Tobias Menzies nei panni del Principe Filippo ed Helena Bonham Carter in quelli limitati dalla linea di successione dell’eterna seconda, la Principessa Margaret. Ma, forse, la vera sorpresa è il Prince Carlo interpretato da Josh O’Connor. Non più il bambino protagonista delle stagioni precedenti, bensì un giovane studente di Cambridge alle prese con la consapevolezza del suo ruolo, tra limiti e privilegi, e l’amore ostacolato dalla famiglia per Camilla Shand (Emerald Fennell).

Ma tra corgi, collane di perle, tazze di tè e banchetti ufficiali, i dieci episodi della terza stagione di The Crown non dimenticano la Storia. Dalla morte di Winston Churchill allo scandalo taciuto in una spia del KGB a Buckingham Palace, Anthony Blunt, passando per la tragedia di Aberfan e l’eco della Guerra in Vietnam fino alla missione spaziale Apollo 11 del 1969 culminata con la passeggiata lunare di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Pubblico e privato, Storia e famiglia, in un equilibrio perfetto di scrittura capace di mostrare le donne e gli uomini dietro gli ideali.
- Qui potete vedere il trailer di The Crown 3:
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