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Terminal List | Il punitore Chris Pratt per una serie dai molti colpi di scena

Nel cast anche Taylor Kitsch e Constance Wu. Otto episodi disponibili in streaming su Prime Video

The Terminal List, otto episodi su Prime Video
Terminal List, otto episodi su Prime Video

ROMA – Il paragone è chiaro: Terminal List, targata Prime Video, si affianca per concezione all’ottima Reacher, ma al contrario dello show con Alan Ritchson, questa finisce per prendersi decisamente sul serio, sia dal punto di vista narrativo che visivo. Concetto, questo, che viaggia parallelo alla metamorfosi attoriale di Chris Pratt, che interpreta il Navy SEAL James Reece. Pratt infatti, al netto de I Guardiani della Galassia, sta spostando il suo nome verso lidi più oscuri, quasi totalmente sciolti dall’aurea scherzosa che ha contraddistinto la sua filmografia. Un bene? Un male? Dipende. E dipende dai progetti che poi si scelgono. Terminal List, in particolare, è l’adattamento del primo dei cinque romanzi di Jack Carr costruiti attorno al personaggio di James Reece, Comandante dei Navy SEAL.

Chrs Pratt è il Navy SEAL James Reece in Terminal List
Chrs Pratt è il Navy SEAL James Reece in Terminal Listm

E lo show non poteva che non partire forte: nella scena di apertura, il plotone del Comandante viene totalmente sterminato in Afghanistan. Reece torna a San Diego e, nonostante sia segnato dal trauma, vorrebbe delle risposte. Risposte che non arrivano, ma che anzi mettono a repentaglio Reece e sua moglie (Riley Keough). Per l’ormai ex SEAL inizia così una fuga, aiutato dall’amico della CIA Ben Edwards (Taylor Kitsch), mentre una giornalista, Katie Buranek (Constance Wu), decisamente ambigua, segue la sua storia. La missione di James Reece è chiara: vendicare i suoi commilitoni rintracciando ed eliminando i colpevoli. Una sorta di punitore, insomma. Ma, al centro di Terminal List, ci sono i drammi umani, le ossessioni e innumerevoli colpi di scena, e Reece dovrà vedersela con avversari inaspettati, oltre che con sé stesso. Già perché il più grande avversario sembra essere il suo stesso cervello: Reece vive allucinazioni in preda ai disturbi post-traumatici, rendendolo altamente pericoloso.

Una scena di Terminal List
Una scena di Terminal List

Una caratteristica su cui giocano gli otto episodi di Terminal List, che rispecchiano la preponderante cupezza sul personaggio di Chris Pratt; nonostante le oggettive irregolarità, è abbastanza chiaro che, alla fine, si fa il tifo per lui: in fondo è un Navy SEAL, dunque l’enfatizzazione massima dell’eroe, e poi perché le svolte – che non vi riveliamo! – lasciano ben poco spazio all’interpretazione e alle sfumature. Questo potrebbe essere il limite di uno show marcatamente carnoso e costruito bene, al netto di uno script schizofrenico – il pilot è diretto da Antonie Fuqua, che sa usare bene la macchina da presa soprattutto nei momenti action –, che spingendo l’acceleratore sul lato sbagliato del patriottismo a Stelle & Strisce (del resto la release è stata pianificata per la vigilia del 4 luglio…) si sofferma su una drammatizzazione ammiccante, ideale per una visione all’altezza della sua concezione. Lasciandoci con una domanda: da dove iniziano, davvero, le guerre?

Qui il trailer di Terminal List:

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