ROMA – Sottovalutata, poco citata in Italia, eppure una delle cose migliori viste negli ultimi anni. Su Disney+ arriva ora la seconda stagione di The Wonder Years – al momento purtroppo ancora non doppiata, ma solo con i sottotitoli – e così siamo andati a cercare Saycon Sengbloh. Un Drama Desk, oltre ad una nomination ai Tony per Eclipsed, protagonista a Broadway di show come Wicked, Hair, Aida, voce incredibile e talento unico, tra musica, canto e recitazione. Nella serie – reboot dell’omonimo show di fine Anni Ottanta che in Italia si chiamava Blue Jeans – Saycon Sengbloh interpreta Lillian Williams, ragioniera dal carattere dolce e integerrimo, nonché madre di Dean (Elisha Williams), protagonista e narratore delle puntate nell’Alabama degli anni Sessanta. In quest’intervista abbiamo dialogato con l’attrice a proposito di The Wonder Years, della nostalgia e di recitazione.

LA SERIE ORIGINALE – «Sono sempre stata una fan del telefilm originale, lo conoscevo bene prima di iniziare le riprese. Fred Savage era fantastico nel ruolo principale e poi il cast, quei costumi. Sì, lo adoravo e anche per questo è stato fantastico prendere parte a The Wonder Years e condividere il set con un grande cast: Elisha Williams è stata una rivelazione per tutti e il legame è stato talmente forte che alla fine delle riprese mi sono portata via il mio vestito in puro stile Anni Sessanta».
LA VOCE – «Nasco e cresco come cantante quindi questo ha sicuramente un effetto sulla mia recitazione ogni volta che parlo, perché posso modulare i toni molto meglio. La voce è qualcosa che ha sempre fatto parte di me. Devo dire che è bello avere la possibilità di coinvolgere la musica nella serie, anche perché il mio personaggio suona il pianoforte, mentre Dulè Hill (il marito Bill, nella serie nda) suona il sassofono e compone canzoni. Nella seconda stagione prova a farlo anche per Marvin Gaye…».

GLI ANNI SESSANTA – «Penso che la cosa migliore di quell’epoca fosse il fatto che le persone si preoccupavano davvero della famiglia, come il solo fatto di prendersi del tempo per cenare insieme. The Wonder Years offre una grande opportunità al pubblico italiano: vedere e imparare un concetto nuovo di una famiglia nera americana negli Anni Sessanta. Nelle puntate si sente molto parlare della protesta per i diritti civili, nel mezzo di proteste, disordini e cambiamento, ma le famiglie nere erano anche unite, tra feste, balli, cene. Con la serie si ha l’opportunità di dare uno sguardo a quella vita lì, raccontata da una bellissima famiglia. E poi è una storia universale, che affronta temi generazionali».

LA NOSTALGIA – «La nostalgia è una parte fondamentale della serie? Sicuramente. Di recente mi capita spesso di pensare a com’era crescere una volta, quando ero una bambina. La nostalgia è una parte importante della vita, e penso che sia importante essere in grado di riflettere sulle cose che sono successe nel tuo passato. Su Instagram ho postato foto e video del backstage di The Wonder Years, e il tutto ha un sapore così nostalgico…»
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