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Pietro Castellitto: «Francesco Totti? Senza dubbio è stato il mio sogno più grande…»

Il nostro incontro con l’attore che racconta Speravo de Morì Prima, la serie Sky in arrivo il 19 marzo

Pietro Castellitto in Speravo de Morì Prima
Pietro Castellitto in Speravo de Morì Prima

ROMA – Un viaggio unico, che illumina la parte più umana di quel campione che è Francesco Totti. Un percorso pop e leggero che lavora sulla somiglianza, sulle sfumature e sulla costruzione dell’immaginario. Così, direttamente dalla curva Sud delll’Olimpico di Roma, si è collegato Pietro Castellitto, che in Speravo de Morì Prima interpreta – appunto – il Capitano giallorosso. Un’intervista lunga e sentita, in cui l’attore ha raccontato ad Hot Corn il coinvolgimento nel progetto targato Sky Original, che vedremo in sei episodi su Sky Atlantic e NOW Tv dal 19 marzo. «Totti dice che rivedendosi ha scoperto aspetti che non conosceva, la sfida era creare una maschera che lo ricordasse, lo evocasse e lo stupisse», riflette Pietro. La serie, diretta da Luca Ribuoli e tratta dal libro Un Capitano di Totti e Paolo Condò, mischia il passato remoto e il passato prossimo del calciatore, dall’incontro con Ilary Blasi (Greta Scarano) allo scudetto del 2001, dai gol memorabili allo scontro con Luciano Spalletti (Gianmarco Tognazzi).

Pietro Castellitto prima della conferenza stampa all’Olimpico.

Ma conoscevi Totti prima di lavorare a Speravo de Morì Prima?

«No, Totti non lo avevo mai conosciuto prima della serie, anche se ho passato l’infanzia sulle poltroncine blu di questo stadio. Sono cresciuto con lui, ero piccolo e guardavo il Capitano, che intanto diventava un uomo. Interpretarlo è stato uno scherzo del destino. Anzi, ho ritrovato un diario che avevo perso da anni proprio mentre giravamo Speravo de Morì Prima. Avevo nove anni, quando avevo quel diario e, tra le pagine, una era proprio dedicata a Totti…»

Cosa ti ha colpito del personaggio?

«Quando convivi con un idolo vorresti conoscerlo. Ho scoperto un Totti incredibilmente loquace. Per giocare così devi essere anche intelligente. E Totti è consapevole di rappresentare molto per i ragazzi, di essere un mito. E fa di tutto per metterti a tuo agio, è una persona libera che – se può – si diverte insieme a te».

A livello umano e professionale cosa hai imparato?

«Domanda complessa. Totti lo conoscevo dalla tribuna, e la serie parla della sua parte più intima. Nessuno sa com’è Francesco dentro casa, come si relaziona con i famigliari. Anche a noi spettatori questo consentiva maggiore creatività. Ho cercato di riportare la sua essenza, ironica. Da attore mai così tanto ho percepito di migliorare e crescere, settimana dopo settimana. E questo è un motivo per ringraziare tutti».

Pietro Castellitto è Francesco Totti
C’è solo un Capitano

Come hai lavorato in una serie che alterna molte sfumature?

«Il Totti che conoscevo era ovviamente ironico, così quelle scene mi venivano e mi sono venute molto più facili. Certo, è una serie, e devi rispettare dei tempi, dei check point, dei discorsi lunghi. Ma una volta che intercettavo lo stato d’animo era più semplice. Ho amplificato i ricordi, invece che aggiungere roba. Nei ricordi c’era tutta la sua essenza».

Sul set c’è stato un momento in cui “speravi de morì prima”?

«Sì, oddio… Speravo de Morì Prima della colla messa in faccia per la barba finta! Però sono fatalista, se il destino ha chiamato me era giusto che io andassi. Totti è rimasto soddisfatto, si è emozionato e questo mi fa ben sperare. Spalletti? Gianmarco ha conferito a Spalletti una certa fragilità, umanizzandone i gesti. Dentro le dinamiche umane tutto ha un senso. »

Vito Scala interpretato da Massimo De Santis, e Pietro Castellitto alias Totti
Vito Scala interpretato da Massimo De Santis, e Pietro Castellitto alias Totti

In un’epoca in cui si cambia casacca, Totti è rimasto sempre fedele alla Roma.

«Totti è rimasto fedele alla sua maglia. Un prototipo di sportivo che non tornerà più, e quando penso a lui penso anche a personaggi come Roger Federer, Valentino Rossi. Da questo punto di vista tutti lo hanno capito e compreso. La lealtà fa sì che vieni poi amato dalle altre tifoserie, pochissimi altri calciatori possono dire la stessa cosa».

Hai visto gli episodi con Francesco?

«Ilary e Totti hanno visto i primi due episodi da soli, poi i restanti li hanno visti con me e Greta (Scarano ndr.). Mi sono messo dietro di loro, e mi sono sembrati toccati e partecipi, incuriositi… spingevano per vederne subito un’altra».

Castellitto, tra Greta Scarano e Gianmarco Tognazzi, alla conferenza stampa.

Qual è il messaggio che lancia la figura di Totti?

«Da piccolo ero terrorizzato dall’idea che mia madre morisse. E allontanavo la paura pensando a Totti. Se c’è Totti, allora non c’è morte. E oggi è un paradosso perché il tema principale di questa serie è la fine, e c’è quindi un concetto universale. Totti ci viene in aiuto, perché è un archetipo, è una rete di salvataggio. A prescindere dalla fede calcistica».

  • Pietro Castellitto e Greta Scarano in una clip di Speravo de Morì Prima:

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