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Il Trono di Spade | Fuoco, cielo e sangue: la notte più lunga

La nostra recensione di The Long Night, il terzo incredibile episodio dell’ultima stagione di GOT è su CHILI

SPOILER ALERT!

MILANO – Tanto è accaduto nei primi due episodi de Il Trono di Spade 8 e tanto abbiamo scoperto di nuovo sui suoi personaggi. Con Winterfell e A Knight Of The Seven Kingdoms, David Benioff e D.B. Weiss non solo hanno omaggiato la saga grazie alla première dell’ultima stagione speculare a Winter Is Coming ma ci hanno accompagnato verso questo terzo episodio, The Long Night – lo potete trovare su CHILI -, privilegiando una componente più intima. Lo hanno fatto attraverso momenti chiave – come l’investitura di Brianne (Gwendoline Christie) per mano di Jamie (Nikolay Coster-Waldau) o la confessione della sua vera identità fatta da Jon Snow (Kit Harington) a Deanerys (Emilia Clarke) – e riunioni simboliche.

The Long Night: una scena del terzo episodio de Il Trono di Spade 8
Jon Snow e Deanerys in una scena di The Long Night

Diretto da Miguel Sapochnik – lo stesso regista de La Battaglia dei Bastardi – e scritto da David Benioff e D.B. Weiss, The Long Night è l’episodio che aspettavamo e che non ha deluso le nostre aspettative, riuscendo a commuoverci, spaventarci e stupirci nell’arco degli ottantasei minuti che lo compongono. Un crescendo di tensione fin dalla primissima sequenza con il dettaglio delle mani tremanti e nervose di Samwell (John Bradley) chiamate ad impugnare una delle armi realizzate a Winterfell per lo scontro con l’Esercito dei non-morti. Una battaglia epica, visivamente impressionate e diretta con maestria da Sapochnik, abile nel dosare gli strumenti a sua disposizione.

The Long Night: una scena del terzo episodio de Il Trono di Spade 8
Arya e Sansa in una scena di The Long Night

Merito anche di un montaggio astuto nel calibrare l’inquietudine – splendido anche il commento musicale che muta nel corso dell’episodio – con l’azione, l’ironia con l’attesa, il terrore con l’emozione. The Long Night è la riprova definitiva dell’ambizione de Il Trono di Spade di andare nella direzione opposta a quella che ci si aspetterebbe. Quella che in molti credevano sarebbe stata l’ultima puntata, caratterizzata dalla lotta contro il Re della Notte, diventa così la terza. La metà perfetta di una stagione che ha ancora molto da mostraci (vero Cersei?).

The Long Night: una scena del terzo episodio de Il Trono di Spade 8
Un momento che precede la battaglia di Winterfell

Con undici settimane di lavoro per realizzare la sequenza della battaglia di The Long Night, questo terzo episodio è stato intervallato, però, anche da scambi importanti e ritorni provvidenziali. Come quello della donna in rosso, Melisandre (Carice van Houten), recatasi nel finale della settima stagione a Volantis per una ragione all’epoca oscura e che aiuta l’esercito dei vivi a combattere contro gli Estranei. E visto il tema della puntata, non potevano di certo mancare morti importanti. Forse numericamente inferiori a quelle che ci si poteva aspettare – in previsione dei tre episodi restanti – ma ugualmente significative, eroiche o inattese.

The Long Night: una scena del terzo episodio de Il Trono di Spade 8
Jon Snow in una scena di The Long Night

Come quella del Re della Notte, ucciso da un personaggio che non smette di sorprenderci e la cui evoluzione è tra le più impressionanti dell’intera saga. Stiamo parlando di Arya Stark (Maisie Williams), la terzogenita della casata di Westeros, la principessa che sognava di combattere al fianco dei suoi fratelli e che ne è diventata la custode. È lei che permette la salvezza del Nord e dei Sette Regni in attesa della prossima battaglia, quella per il trono di spade. Leggera come un soffio e diretta come la punta del suo pugnale. «Valar Morghulis». «Non oggi».

Volete (ri)vedere The Long Night? Lo trovate su CHILI

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