La recensione: Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri è un film fisico, fatto di carne e terra. Non è per stomaci sensibili, perché racconta della vita degli esseri umani in mezzo agli altri. Storie di comunità e di azioni che mettono in moto reazioni. Eppure nella sua durezza è un film di grandi speranze. Il film racconta di una madre, cui hanno ammazzato la figlia sette mesi prima in modo brutale, che affitta tre grandi spazi pubblicitari a bordo di una strada secondaria del paese per chiedere allo sceriffo le ragioni della mancanza di un colpevole. Fine della trama.

Il resto lo fa una sceneggiatura ben costruita, dialoghi taglienti e una recitazione eccezionale dei tre attori che interpretano i principali personaggi: la madre Frances McDormand, lo sceriffo Woody Harrelson e l’agente Sam Rockwell. Come per le migliori rock band della storia, il film si regge su queste tre grandi singolarità contemporaneamente alla propria migliore performance. Ogni personaggio evolve costantemente durante tutta la durata del film, togliendo allo spettatore la possibilità di accomodarsi nella zona di confort offerta solitamente dalla configurazione protagonista/antagonista. Qui non si riesce a stare dalla parte di nessuno o meglio, si finisce progressivamente per stare dalla parte di tutti, passando due ore seduti scomodi sulla poltrona del cinema. Non si sa bene da che parte stare perché ognuno ha una prospettiva diversa, ma la speranza è nascosta nel cambiamento di prospettiva, nel fatto che ognuno è agente nelle vite degli altri attraverso i propri gesti, anche i più estremi.  E le cose cambiano, migliorano magari, oppure no… ma in fondo poco importa, perché il solo fatto che ogni azione possa influenzare la vita degli altri è la bella notizia che ci rende meno soli. Sembra poco, invece è tutto.

Prepariamoci a una notte degli Oscar da protagonista per questo film, che è un regalo inatteso: né dolce, né leggero, ma bello come pochi… e poi Sam Rockwell è uno spettacolo nello spettacolo!

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