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Young Woman and the Sea | Daisy Ridley, Joachim Rønning e un’incredibile storia vera

La traversata della Manica, Trudy Ederle e un’impresa coraggiosa e ispiratrice: In estate su Disney+

Daisy Ridley in una scena di Young Woman and the Sea, un film di Joachim Rønning. In estate su Disney+
Daisy Ridley in una scena di Young Woman and the Sea, un film di Joachim Rønning. In estate su Disney+

ROMA – Basato sull’omonimo romanzo (inedito in Italia) di Glenn Stout del 2009 e diretto da Joachim Rønning, Young Woman and the Sea racconta un’emozionante storia vera. Quella di Gertrude “Trudy” Ederle (Daisy Ridley), prima donna nella storia ad attraversare la Manica a nuoto. Nata da genitori immigrati a New York nel 1905, grazie al sostegno della sorella Meg (Tilda Cobham-Hervey) e l’allenatore Bill Burgess (Stephen Graham), Trudy supera le avversità e l’animosità di una società patriarcale per scalare i ranghi della squadra di nuoto delle Olimpiadi e completare un’impresa sbalorditiva: un viaggio di 21 miglia dalla Francia all’Inghilterra. E ci riuscì Trudy, in 14 ore e 34 minuti.

Un estratto della locandina ufficiale di Young Woman and the Sea
Un estratto della locandina ufficiale di Young Woman and the Sea

Partì da Cape Gris-Nez, in Francia, alle 07:08, del 6 agosto 1926 per sbarcare a Kingsdown, nel Kent, 14 ore e 34 minuti dopo. Fu record, ma autentico, da primato mondiale. Prima di Trudy, infatti, solo altri cinque nuotatori – tutti uomini – compirono la traversata della Manica, e il miglior tempo registrato fino a quel punto fu quello di Enrique Tirabocchi con 16 ore e 33 minuti: Trudy ce la fece con uno scarto di due ore! Certo, poi il record fu superato, sempre da una donna, Florence Chadwick, nel 1950 e con un tempo formidabile di 13 ore e 23 minuti, ma non è questo ciò che conta.

Daisy Ridley in un momento del film
Daisy Ridley in un momento del film

I record – recita un vecchio adagio – sono fatti per essere superati: è l’essenza dell’agonismo sportivo. Perché in quello scatto, in quel miglioramento delle cifre, c’è la competizione, la crescita, ma soprattutto la capitalizzazione degli sforzi e dei sacrifici personali con cui accedere al pantheon della gloria imperitura. Quella delle medaglie, degli almanacchi, o ancora meglio, dei libri di storia. Ma no, non è per il solo record firmato da Trudy nel 1926 che oggi possiamo godere di un biopic come Young Woman and the Sea. Cioè, anche, ma è per ciò che quel record rappresenta. Perché a quel tempo, alle donne non veniva permesso né di nuotare, né di poter imparare a farlo.

Young Woman and the Sea, un film di Joachim Rønning. In estate su Disney+
Young Woman and the Sea, un film di Joachim Rønning. In estate su Disney+

Con quel record, Trudy Ederle segnò un punto importantissimo nella lunga strada verso la lotta dell’emancipazione e delle pari opportunità tra uomini e donne, lanciando un guanto di sfida ai costrutti incoerenti (se non folli nda) della società patriarcale dell’epoca. E questo ci porta a Young Woman and the Sea, e al perché Jerry Bruckheimer scelse nel 2015 di acquistare i diritti di utilizzazione economica del romanzo di Stout. Solo che al tempo Young Woman and the Sea sarebbe dovuto essere un film della Paramount Pictures con Lily James a campeggiare sulla locandina. Nonostante le premesse, però, cinque anni dopo il film era piombato in development-hell con lo sceneggiatore Jeff Nathanson incapace di trovare la quadra.

Jeanette Hain e Daisy Ridley in una scena di Young Woman and the Sea
Jeanette Hain e Daisy Ridley in una scena di Young Woman and the Sea

Quindi la Walt Disney Pictures, che nel 2020 ne annunciò la realizzazione, con Daisy Ridley a prestare volto e corpo a Trudy Ederle e il fidato Rønning a dare forma al racconto per immagini filmiche. Una scelta intelligente quella degli executives, visto che il regista norvegese, oltre ad aver già lasciato il segno in ambiente disneyano (Pirati dei Caraibi 5, Maleficent 2), si trova pienamente a suo agio con il genere biopic (Max Manus, Kon-Tiki). Il risultato è un Young Woman and the Sea ricco di emozioni e buoni sentimenti, caratterizzato di vivido realismo misto e di un contesto scenico radicato e denso: la ricetta perfetta con cui celebrare degnamente la straordinaria carica epica di un’impresa storica.

Un momento del film
Un momento del film

Di contro, però, l’impronta celebrativa del film – qui declinata in una riproposizione narrativamente analitica dell’impresa – mista alla notorietà dell’evento e a uno sviluppo lineare, fluido, ma privo di reali twist, non lasciano spazio ad alcuna tensione drammaturgica tra le pieghe del racconto, ma poco importa. Il film di Rønning non è destinato a chi conosce – e bene – l’impresa di Trudy Ederle, ma ai più giovani, in cerca di modelli a cui ispirarsi e storie per cui sognare un domani migliore. E in questo il volto sereno e rassicurante di Daisy Ridley è un’autentica certezza. Un film per tutti, Young Woman and the Sea, un film che fa bene.

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