LOS ANGELES – Will Ferrell e Harper Steele si sono incontrati la prima volta nel 1995, a New York, durante il primo giorno di lavoro al Saturday Night Live e tra loro è scattata la scintilla dell’affinità comica. Un legame che si è evoluto per decenni e che non si è incrinato quando, nel 2021, Steele ha informato amici e parenti che si stava sottoponendo a una transizione di genere. «Ha sempre avuto il mio sostegno, temevo solo di poter dire o fare inavvertitamente qualcosa di offensivo», ci spiega Will Ferrell durante il nostro incontro. Da questa premessa è nata l’idea di trascorrere insieme due settimane on the road da una costa all’altra degli Stati Uniti e di fare diventare l’esperienza un documentario che ora, con il titolo Will & Harper, diretto da Josh Greenbaum, arriva su Netflix dopo essere stato presentato al Sundance.«Ma non vuole essere una rappresentazione dell’esperienza trans», ci spiega Steele «ma piuttosto una storia di come gli amici dovrebbero diventare ancora più uniti durante i momenti di cambiamento o di crisi».
Il viaggio di Will e Harper inizia ovviamente a New York, dove i due rivisitano il vecchio quartier generale al 30 Rock Plaza, grattacielo situato nel quartiere di Midtown che ospita il celebre Studio 8H dove viene girato il Saturday Night Live. Qui si riuniscono agli amici di vecchia data, Seth Meyers e Tina Fey, per poi partire alla volta di Washington DC e per il cuore dell’America, compresi gli Stati che recentemente hanno imposto restrizioni alle cure per l’affermazione del genere. Will & Harper si chiude poi con un brano, Harper and Will Go West, che l’amica e collega Kristen Wiig ha scritto insieme al musicista Sean Douglas – figlio di Michael Keaton – e che verrà promosso da Netflix nella categoria miglior canzone originale degli Oscar. Ecco come Will Ferrell ci ha raccontato il documentario durante la nostra intervista.
IL PROGETTO – «Conosco Josh Greenbaum da circa otto anni. Ho prodotto il suo primo film, Barb and Star Go to Vista Del Mar e ho doppiato il suo film successivo, Doggy Style: Quei bravi randagi, e da lì siamo diventati amici. Ha poi conosciuto Harper circa tre o quattro anni fa, tramite Kristen Wiig mentre stava girando Barb and Star. Abbiamo parlato di questa idea, ma temevamo di non riuscire a riempire il tempo. Ce la faremo a parlare tra di noi per otto ore al giorno in macchina? Beh, l’abbiamo superata a pieni voti, non siamo stati zitti un attimo. E io sapevo, anzi temevo, che a volte mi sarei commosso. Non so dove o quando o come, ma ricordo che mentre sentivo Harper parlare delle lotte e del coraggio che ci sono voluti per arrivare a questo punto, pensavo: “Dio, adesso mi viene da piangere”. E avevo un po’ paura di questo. Ma poi, sai, vivi il momento, lo affronti e alla fine sei felice di averlo fatto».
L’AMERICA – «Siamo partiti a marzo e infatti abbiamo preso un po’ di neve. Se conosci Harper, sai che ama fare viaggi in macchina attraversando l’America. Lo fa da quando la conosco, ha passato anche gli anni del college a farlo. Dopo la sua transizione, si domandava se, in quanto donna trans, potesse ancora sentirsi abbastanza sicura da entrare in alcuni di questi bar fuori mano, in questi posti strani, o anche in un’area di sosta. Sono partito con tutte queste domande su cosa sia la transizione e cosa significhi essere trans. Volevo essere in grado di istruirmi nel modo giusto. Allo stesso tempo, volevo andare in quei posti e essere il suo cuscinetto. Volevo parlare con le persone. Ed è una delle cose che amo di questo Paese, non solo il fatto che si possano fare questi viaggi straordinari, ma anche che sia un ottimo modo per incontrare persone».
IL PREGIUDIZIO – «Harper aveva scelto un bar nel mezzo dell’Oklahoma che era il tipo di bar in cui amava andare prima della transizione, e Josh, il regista, è dovuto entrare prima per fare un sopralluogo e dare indicazioni alla troupe. Quando è entrato, è rimasto sorpreso dalla presenza di bandiere confederate e cartelli contro il Governo Biden. Niente suggeriva che la nostra visita sarebbe stata un’esperienza positiva per Harper, soprattutto perché voleva entrare da sola. Ma come si vede nel documentario, i pregiudizi e i preconcetti sono stati sovvertiti».
L’AMICIZIA – «Essere comici è il fulcro della nostra vita. Ci facciamo battute tutto il giorno, è la base della nostra amicizia e volevamo mostrare che finché si riesce a mantenere l’umorismo, si può parlare di tutto. La musica che si ascolta nel film? Harper ha una collezione di 10mila dischi e in una delle prime conversazioni abbiamo parlato proprio di musica e lui mi ha mandato una serie di brani, molti dei quali sono nel documentario. Quello che ho subito indicato io è una canzone chiamata Go With Me di Jean e Debbie (potete ascoltarla qui, nda) che non avevo mai sentito, è meravigliosa. Inoltre abbiamo dovuto perseguitare Kristen (Wiig, nda) per farle scrivere quella canzone per il film».
LA FINE DEL VIAGGIO – «Quello che abbiamo imparato durante Will & Harper è che il nostro è un Paese così grande e all’interno di questo Paese c’è una grande capacità di perdonare. I media ci fanno credere che abbiamo tutte queste differenze, mentre in realtà abbiamo molto più in comune di quanto siano le nostre differenze. Detto questo, per le persone trans non è ancora sicuro, in certe aree e in certe situazioni. C’è ancora un sacco di odio là fuori, che ho imparato a conoscere affrontando questo viaggio con Harper. Quindi sicuramente abbiamo ancora molto da fare, ma allo stesso tempo abbiamo incontrato persone adorabili che non si sono sentite in alcun modo minacciate da Harper e, anzi, sono state fantastiche. Sono stati molto contenti che ci siamo fatti in quattro per visitare le loro comunità. E credo che – in generale – l’America sia ancora questa».
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