MILANO – Quasi vent’anni fa Una scomoda verità vinse l’Oscar come miglior documentario e, pochi mesi dopo, Al Gore riceveva il Nobel per la Pace. Sembrava un monito per il futuro, non tanto un’urgenza per il presente. E adesso? Nulla. L’emergenza è quotidiana – basta vedere le recenti alluvioni in Emilia Romagna – e ci ritroviamo in un mondo che si dice pronto a combattere la battaglia a favore della Terra, ama in realtà non sta facendo nulla. E allora, inevitabile, ecco Una Scomoda Verità 2 – di diritto nella nostra rubrica, Hot Corn Green – un documentario che trovate in streaming su quasi tutte le piattaforme e che ci accompagna (nuovamente) nei meandri del più terrificante degli scenari: quello del cambiamento climatico. Dopo Davis Guggenheim, questa volta alla regia ci sono due maestri che hanno fatto del potere divulgativo dei documentari la loro missione: Bonni Cohen e Jon Shenk, di recente anche sul potente Athlete A.

Così, forse proprio per l’abitudine che i due hanno del mondo documentaristico, Una Scomoda Verità 2 prende una piega diversa dal capitolo precedente: quasi in punta di piedi si entra così nell’argomento, ma con decisione vengono poi affrontati tutti i problemi per dare la possibilità allo spettatore di essere partecipe delle tematiche: «Ma non credete a chi vi dice che prenderemo un razzo e andremo su Marte: casa nostra è questa, la Terra». Al tempo delle riprese, Greta Thunberg era ancora lontana dalle scene e qui ancora una volta è Gore il protagonista, questa volta pedinato anche nei momenti più intimi delle ricerche. Il film riesce anche a strappare qualche risata, sdrammatizzando l’urgenza degli argomenti, umanizzando il tema e avvicinandolo ulteriormente al pubblico.

Spesso criticato, Al Gore però ha indubbiamente una trascinante abilità di comunicatore e in Una Scomoda Verità 2 riporta il monito quasi paterno, un “io ve l’avevo detto”, riferito alle ulteriori mutazioni del pianeta avvenute in questo decennio, dalle disastrose conseguenze dell’uragano Sandy e perché no, al virus Zika (poi sarebbe arrivato il COVID). Rimane una questione: essere pessimisti o ottimisti? Dipende: Al Gore sembra dire che non tutto è perduto, ma per una rivoluzione verde serve un attivismo che dal singolo cittadino arrivi ai governi. Insomma, se tutti ci muovessimo nella stessa direzione, la missione sarebbe (quasi) un gioco da ragazzi…
Lascia un Commento