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Un sacchetto di biglie | Due fratelli, la Francia occupata e la storia vera dietro il film

Tratto dal romanzo autobiografico, il film ricostruisce la storia vera di Joseph Joffo e della sua famiglia

un sacchetto di biglie
In viaggio per la Francia. I protagonisti di Un sacchetto di biglie.

MILANO – Due fratelli. Questa volta, i protagonisti che devono affrontare l’impervio destino di essere nati ebrei durante il nazismo sono due fratelli: Joseph e Maurice Joffo. La loro storia, arrivata sullo schermo nel film Un sacchetto di biglie nel 2018, diretto dal canadese Christian Duguay e con Patrick Bruel, Dorian Le Clech e Batyste Fleurial Palmieri, è accaduta veramente. Joseph Joffo l’ha raccontata per la prima volta nel 1973 in un romanzo autobiografico dal titolo omonimo (in Italia edito da Rizzoli), di cui poi è stata anche creata una versione a fumetti (bellissima) firmata da Vincent Bailly e Kris. La storia di Joseph e Maurice è quella delle persecuzioni razziali che conosciamo tutti fin troppo bene, vista però dagli occhi innocenti e ancora pieni di speranza di due bambini.

un sacchetto di biglie
La versione a fumetti di Un sacchetto di biglie

Durante la Seconda Guerra Mondiale la famiglia Joffo vive nella Parigi occupata dai tedeschi. Nel 1941 la vita dei bambini si trasforma radicalmente: costretti a portare sulla giacca il segno distintivo degli ebrei, a scuola vengono emarginati e abbandonati dagli amici, additati come diversi. Il padre, Roman, che in gioventù era scappato dalla Russia zarista prima della Rivoluzione, decide di dare loro la possibilità di salvarsi e una sera, dopo avergli raccontato la storia della sua fuga, dà loro ventimila franchi e una biglia ciascuno, perché si ricordino di lui: i due ragazzini dovranno abbandonare la città e intraprendere un viaggio attraverso il Paese per raggiungere il sud della Francia, che era rimasta terra libera, dove i nazisti non erano ancora arrivati.

Josephe e Maurice Joffo in una scena del film.

Joseph e Maurice si lasciano alle spalle tutto ciò che conoscevano e si mettono in viaggio, raggiungendo i fratelli più grandi Henri e Albert a Mentone. Una volta raggiunta la zona libera, la quotidianità va avanti e i quattro fratelli tentano di tornare a una parvenza di normalità. Ma la quiete termina quando giunge la notizia che i genitori sono stati presi dai tedeschi e si trovano in un campo di smistamento in attesa di essere trasportati in Germania. Mentre Henri, il maggiore dei quattro, parte per liberarli, incappando in una serie di avventure e inganni per convincere il colonnello a rilasciarli, anche i fratelli più piccoli si ritrovano in una serie di disavventure. La famiglia si riunisce a Nizza, dove sembra poter ripartire una vita tutti insieme. Ma anche qui, la Storia ha altri piani.

I due fratelli con il padre Roman, il cantante Patrick Bruel, in una scena.

Nel 1943, infatti, in Italia cade il governo Mussolini e i soldati italiani che stazionavano a Nizza abbandonano la città, lasciando strada libera ai tedeschi. Proprio qui Joseph e Maurice vengono catturati e sarà solo grazie alla collaborazione di un prete che riusciranno a farla franca e a non essere deportati. La famiglia Joffo si stabilisce infine a Aix-les-Bains, dove rimane finché su tutti i giornali della nazione non compaiono i titoli “Parigi libera!”. Joseph Joffo, che è scomparso all’età di ottantasette anni proprio nel 2018, ha lavorato alla realizzazione del film, con la speranza che la sua storia possa servire ancora una volta a far riflettere sul destino di tutte quelle famiglie distrutte dalla guerra e dal terrorismo. Oggi come allora.

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Qui potete vedere il trailer di Un sacchetto di biglie:

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