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Trastwest come Sergio Leone? Quasi. Il duello al San Callisto di Ivano De Matteo

Le musiche di Morricone, banane al posto di pistole e una Trastevere mai vista: cos’è Trastwest?

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Banane al posto di pistole: Trastwest

VENEZIA – Al posto degli avvoltoi? I gabbiani. Al posto della frontiera del West? Una piazza di Trastevere, a Roma, e poi – invece dei banditi a cavallo – anziani, giocatori di carte, una zingara e un uomo vestito di pelli di animale. Sì, è una Roma decisamente anomala quella che Ivano De Matteo racconta nell’originale Trastwest, cortometraggio presentato nelle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori di Venezia. Trastevere si trasforma così nell’ambientazione di un film western atipico, per la storia che racconta e per come è stato girato.

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I bizzarri personaggi di Trastwest

Trastwest nasce da una scena a cui Ivano De Matteo ha davvero assistito a marzo 2020, quando tutta l’Italia si trovava ancora in zona rossa. Due uomini si stavano sfidando a duello usando due banane al posto delle pistole: una scena troppo surreale per non documentarla. Così nacque la voglia di girare quei bizzarri protagonisti e i loro spettatori, seguendoli anche nelle loro case e nelle strade in cui abitano, raccontando la loro vita. Vediamo persone ed etnie diverse, quelle che di solito stanno ai margini e nella solitudine trovano un senso di comunanza.

Per le vie di Trastevere in Trastwest

De Matteo mostra una Trastevere a parte, lontana da quell’immagine di Roma a cui tutti corriamo con il pensiero quando viene nominata, quella della bellissima di Sorrentino, dei salotti intellettuali, del lusso e delle rovine antiche testimoni del passato della città. Qui ci sono i reietti, quelli che spesso vengono dimenticati dalla società e quelli a cui invece qualcosa nella vita è andato storto. Ma i ricordi rimangono, il passato si intravede nei loro occhi vissuti e un pizzico di follia è ciò che manda avanti le loro vite, tra le strade dissestate e sommerse dai rifiuti.

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Sul set del Mitico San Callisto: Ivano de Matteo e i protagonisti di Trastwest

Roma è deserta, il mitico bar San Callisto è deserto (la location del corto), così come il resto del Paese, ma per qualche minuto, in quella piazza, sulle note delle bellissime musiche di Ennio Morricone da Per un pugno di dollari si dimenticano la pandemia, l’incertezza e la paura. Per chi è seduto ai tavolini dell’iconico bar o sui gradini del sagrato, niente conta all’infuori di quei uomini. E come in quei giorni che ora sembrano così lontani, quando il tempo sembrava davvero essersi fermato e tutti ripetevamo che i giorni passavano sempre uguali, anche qui tutto è a rallentatore, perché quella scena così strana e fuori dal comune ha anche un qualcosa di poetico.

Poesia e west: Trastwest

Senza grandi pretese, senza un’enorme produzione – quello che il regista ha chiamato «un piccolo omaggio» a quelle persone –, Trastwest ha preso vita dalla fotocamera di un piccolo iPhone, in una giornata di sole di una primavera che non ha lasciato, come di consueto, posto ai turisti pronti ad affollare la città. Solo quei due uomini, in piedi uno di fronte all’altro, gli spettatori sono gli assidui frequentatori della piazza che tutti conoscono e si applaudono tra loro. Uno sguardo, uno sparo, una sirena. Poi non accade più niente, i corpi rimangono sotto il cielo con i gabbiani che guardano dall’alto, e tutto ritorna in zona rossa.

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Qui la nostra intervista ad Ivano De Matteo:

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