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Tim Burton: «La vita di Mercoledì Addams, la salute mentale e la paura di Internet…»

Ospite del Lucca Comics & Games, il regista parla della nuova serie, ma non solo…

Tim Burton al Teatro del Giglio di Lucca.

LUCCA – Forse solo una persona poteva intentare una serie su uno dei personaggi più iconici di sempre come Mercoledì Addams de La famiglia Addams (ricordate Christina Ricci?). E quella persona non poteva che essere Tim Burton. Dalla sua fantasia arriva ora una serie dedicata alla piccola di casa Addams e alla sua adolescenza. Mercoledì – questo il titolo della serie in arrivo il 23 novembre su Netflix – è uno dei titoli più attesi dell’anno e ha mandato in visibilio il Lucca Comics & Games 2022, dove l’annuncio dell’arrivo di Burton per l’anteprima del primo episodio ha riempito le strade di Lucca con cosplay di Mercoledì. In conferenza stampa, il regista ha parlato dell’origine del progetto e della sua fantastica protagonista, Jenna Ortega.

Tim Burton saluta la folla di Lucca.

IO & MERCOLEDÌ – «Sono cresciuto guardando la serie de La famiglia Addams e amavo i fumetti di Charles Adams che sono stati un’ispirazione per il mio cinema. La cosa che mi intrigava di più? Era proprio Mercoledì perché mi sono sempre sentito come lei, sin da quando ero ragazzino. Anche perché condividiamo lo stesso punto di vista in bianco e nero, direi. Poi lei è sempre stata rappresentata come una bambina, mentre io volevo cercare di vedere come potesse diventare a scuola, come reagisse alla propria famiglia, ai suoi insegnanti e alla terapia. Da lì è partito il progetto…».

Tim Burton
Tim Burton durante l’incontro a Lucca.

JENNA ORTEGA – «Mercoledì è un personaggio iconico quindi era difficile trovare un’attrice che la potesse interpretare. Senza Jenna non ci sarebbe stata la serie. Sono i suoi occhi, bellissimi, e poi è la sua forza, perché lei è una persona molto forte caratterialmente. Ed è questo quello di cui aveva bisogno il personaggio. Senza di lei la serie sarebbe stata in grande difficoltà. Anche perché quello che è il lavoro che lei deve fare è proprio trasmettere questo personaggio in bianco e nero che riesce a far intravedere qualche sfumatura umana senza tradire il suo nucleo fondamentale».

Un altro momento dell’incontro.

L’ERA DEI SOCIAL – «Mercoledì ha un giudizio molto chiaro e negativo sull’era del digitale. Ho paura dei social e mi sembra che ogni volta che vado su Internet mi ritrovo in qualche buco nero. I video dei gatti, per esempio, magari sono cose che possono anche essere utilizzate per il bene ma poi finiscono per essere utilizzate per il male. Ovviamente, ci sono ed esistono, sicuramente saranno positivi ma in questo senso sono come Mercoledì, condivido il suo punto di vista…»

In attesa di Tim all’interno del teatro di Lucca.

LA SALUTE MENTALE – «Sì, ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita, quindi ne capivo il carattere. È questo il motivo per cui amo il personaggio di Mercoledì, è un personaggio in cui mi identifico, per me lei è fonte di ispirazione perché è sempre molto chiara e diretta, dice quello che prova. A volte questo ovviamente ti mette nei guai nei confronti degli altri, però è proprio un simbolo, è simbolica di tutto questo. Anche perché ha questa forza semplice, tranquilla e silenziosa che io trovo molto importante».

DANNY ELFMAN – «Io e Danny? Siamo amici da una vita e abbiamo un lungo passato di collaborazioni, questo perché abbiamo gli stessi gusti, amiamo gli stessi film, quindi abbiamo un rapporto molto stretto ed è molto facile lavorare con lui. Peraltro io lo considero come un altro personaggio del film, lo considero come un attore e lo tratto come tale anche perché secondo me la sua musica è un altro personaggio. E devo dire che è stato fantastico che lui abbia accettato di venire a scrivere le musiche per la serie, anche perché ormai è tornato ad essere una rockstar…».

Il saluto di Tim Burton al pubblico di Lucca.

I COSTUMI – «Anche con Colleen Atwood lavoriamo insieme da tanto tempo. I costumi erano un aspetto molto importante perché – ovviamente – Mercoledì aveva un solo look, quindi era fondamentale trovare il modo per conferirle aspetti diversi pur distinguendola da tutti gli altri ragazzi e studenti della Nevermore. In fondo è esattamente questo quello che la distingue da tutti gli altri personaggi. Per me era fondamentale che fosse visibile il mondo e che risultasse diverso rispetto agli altri, a prescindere da quello che è…».

  • VIDEO | Qui l’intero incontro di Lucca.

 

 

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