MILANO – Dopo essere diventato un caso in Irlanda e aver riscosso un grande successo alla scorsa Berlinale dove vinse anche il premio come miglior film nella sezione Generazione K-Plus, adesso a oltre dieci mesi esce in sala finalmente anche in Italia The Quiet Girl, piccola grande pellicola di debutto del regista irlandese Colm Bairéad che, oltre ad aver ottenuto lodi da parte di stampa e critica, è entrata anche a far parte della cinquina per il miglior film straniero (o se preferite, internazionale) ai prossimi Oscar. Il film, candidato anche ai BAFTA, è ambientato in Irlanda, ma non in quella contemporanea che conosciamo attraverso serie tratte dai romanzi di Sally Rooney come Normal People o Conversations with Friends, ma in quella rurale dei primi anni Ottanta, del 1981 per la precisione, ovvero pre-Tigre Celtica del boom economico.
La trama? Piuttosto semplice. La protagonista è Càit (Catherine Clinch, una rivelazione) una bambina di 9 anni introversa, cresciuta in una famiglia disfunzionale, impoverita e molto numerosa con la madre che sta aspettando l’ennesimo figlio. La bambina non solo vive una brutta situazione tra le mura di casa, ma anche tra i banchi di scuola, dove viene maltratta dai suoi compagni. All’inizio dell’estate i genitori di Càit decidono così di farle trascorrere alcuni mesi nella fattoria di una coppia di parenti. Qui la bambina, senza sapere quando e se tornerà a casa, si ritroverà a vivere con degli sconosciuti molto gentili. I Kinsella, moglie e marito di mezz’età, persone di campagna, come lei, che lavorano sodo e conducono una vita dignitosa.
La signora Eibhlìn (Carrie Crowley) si affeziona subito alla bambina, il marito Sean (Andrew Bennett) invece mantiene le distanze, ma con il passare dei giorni l’uomo e la bimba si avvicineranno. Con la convivenza con i Kinsella la protagonista scoprirà l’amore di una famiglia ma anche un segreto. The Quiet Girl è l’adattamento di Foster, storia breve scritta dalla scrittrice irlandese Claire Keegan e pubblicata sul New Yorker, ampliata poi come libro da Faber & Faber nel 2010. Bairéad ha letto Foster per la prima volta nell’estate del 2018 e ne è stato subito catturato: «Perché tocca tanti temi importanti, temi da sempre alla base del mio lavoro di regista di corti», ha spiegato il regista, «i legami familiari, la questione della crescita emotiva e psicologica e, soprattutto, il fenomeno del dolore e la sua capacità di modellarci. Da una prospettiva formale, il racconto è stato stimolante: una narrazione in prima persona, al presente, attraverso gli occhi di una bambina».
In Italia al cinema a partire dal prossimo 16 febbraio, The Quiet Girl in Irlanda è diventato un caso, trasformandosi mese dopo mese anche nell’incasso maggiore di sempre per un film irlandese, mentre la piccola Catherine Clinch è diventata una diva a soli dodici anni: «Ho voluto dare forma all’esperienza di questa bambina, questo è l’interesse principale del film», ha aggiunto Bairéad, «L’esplorazione del personaggio di Càit e delle dinamiche relazionali sono in primo piano. Ma è stata anche il fatto che fosse una piccola storia a colpirmi. C’è una citazione di Mark Cousins dove dice che l’arte è in grado di mostrarci molte cose e che se osserviamo da vicino una piccola cosa, possiamo vedere molto altro. Ecco, è proprio così…».
- VIDEO | Qui il trailer di The Quiet Girl:
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