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The Batman, Matt Reeves e l’occasione mancata di Ben Affleck

Il film di Matt Reeves avrà per protagonista un attore giovane. Ma l’ultimo Bruce Wayne era così male?

Industry

ROMA – Il prossimo maggio, Batman, spegnerà le sue prime ottanta candeline. Ottant’anni di fumetti, cinema e televisione. E quanti, fin dall’indimenticabile Adam West, hanno indossato la mitica maschera del cavaliere oscuro. Ottant’anni che, partendo dal fumetto, hanno fatto del personaggio creato Bob Kane e Bill Finger un simbolo della televisione e del cinema, arrivando a Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney, Christian Bale e sì, Ben Affleck. L’ultimo Bruce Wayne cinematografico, però, non tornerà più nei panni dell’uomo pipistrello. In questa Era dominata dai cinecomics, con la DC intenzionata ad assottigliare la differenza di successi di pubblico e (soprattutto) di critica con la rivale Marvel, l’annuncio è arrivato direttamente della Warner Bros.: Ben Affleck è sollevato dal ruolo.

Ben Affleck versione Batman.

Dunque, possiamo dirlo: Affleck è, a tutti gli effetti, il Batman cinematografico più sfortunato. E non c’è George Clooney che tenga, dato che quel Batman & Robin uscì in un periodo in cui sbagliare era ancora concesso in termini di mainstream. Del resto, le cose sono cambiate. Mentre Black Panther lotta per la statuetta del Miglior Film agli Oscar, la DC Comics si rimbocca le maniche e ricomincia d’accapo: Matt Reeves alla regia, appunto, di The Batman (25 giugno 2021) senza Ben Affleck e, notizia dell’ultima ora, James Gunn al timone del reboot di Suicide Squad. Al cinema? 6 agosto 2021.

batman
Una scena di Down of Justice.

Così, dopo Batman v Superman: Dawn of Justice, la comparsa in Suicide Squad di David Ayer e in Justice League al fianco dei ben più fortunati Wonder Woman e Aquaman, Ben Affleck molla la parte di Wayne, lasciando spazio, come è stato dichiarato, ad un Batman giovane, con la pellicola incentrata, ha detto Reeves a The Hollywood Reporter, «Su un Batman poliziesco, in cui si mette sulle tracce dei criminali. Sarà una storia emozionante ma anche emotiva». E pensare che la produzione di The Batman, partita nel 2016, aveva visto in Affleck non solo l’attore protagonista, ma pure lo sceneggiatore e il regista. Ricordiamo che quando Zach Snyder lo scelse per Dawn of Justice, erano passati appena due anni dalla folgorante prova psico-fisica di Christian Bale nella The Dark Night Trilogy di Christopher Nolan. All’epoca, si pensava che nessuno, per altri vent’anni almeno, potesse riuscire a essere almeno la metà di Bale o di Keaton.

Affleck e Snyder sul set di Dawn of Justice.

Ma il Batman di Affleck era poi così male? Non proprio. O meglio, funzionava per l’idea di un Bruce Wayne decaduto, svogliato e invecchiato. Ed era l’unica idea che poteva allontanarsi dall’immaginario drammatico e concettuale di Nolan. Dunque, Affleck/Wayne/Batman, danno vita ad una figura, soprattutto in Dawn of Justice, impregnata di inquietudine e paura. Paura di sbagliare, paura di Superman e paura di non essere alla sua altezza. Divenendo un eroe lontano da come il pubblico lo ha sempre fotografato. Poi, il turno dello sfilacciato Justice League. Qui, condivideva lo schermo con eroi più giovani, fungendo quasi da mentore. Ed è qui il punto: Keaton prima e Bale dopo, avevano il loro Batman. Affleck no, ha creato il suo personaggio basandosi su un collettivo di svariati characters senza avere la possibilità di avere lo spazio totale che merita.

Batman, The Flash e Wonder Woman.

Perché, quella di Ben Affleck è stata la più classica delle occasioni mancate. Mentre la DC metteva in cantiere supereroe dopo supereroe, quello che doveva essere lo stand alone del Batman secondo Affleck, veniva continuamente rimandato. E, mentre si rincorrono voci su come sarà il film del bravo Matt Reeves – che ha promesso di riempirlo dei tanti, amati e celebri cattivi –, sono ovviamente aperte anche le scommesse su chi erediterà il ruolo. Con un indizio: la produzione sta cercando un profilo che abbia all’incirca venticinque anni. Così da poterlo far crescere, in una saga tutta da riscrivere. Questa volta in bella copia.

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