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Susy Laude: «Vamos, Victor Hugo e l’importanza del teatro in questo momento…»

Al Kismet di Bari per Vamos con Dino Abbrescia e Gianluca Gobbi, la regista racconta il nuovo progetto

Susy Laude tra Dino Abbrescia e Gianluca Gobbi in Vamos.

BARI – Un confronto, due uomini: Mimmuccio e Michele. Due delinquenti che da anni lavorano alle dipendenze di Mazinga, boss che gestisce il mercato della cocaina tra il Basento e la Puglia. Si parlano, si confrontano, sognano una fuga. Parte da qui Vamos, pièce che Susy Laude porta al Kismet di Bari dal 14 al 16 gennaio dirigendo Dino Abbrescia e Gianluca Gobbi in un nuovo progetto teatrale che arriva a pochi mesi dal debutto come regista al cinema con Tutti per Uma (ora in streaming su CHILI qui). «Quanto è importante mettere in scena Vamos a teatro proprio in questi giorni difficili?», spiega lei. «Semplicemente fondamentale». A questo punto intervengono però i due attori per spiegare chi sono Mimmuccio e Michele: «Due personaggi terribili, grevi», riflette Abbrescia, «ma così umani che ti fanno riflettere e divertire. A tratti faccio molta fatica a non ridere in scena». «Io invece ho trovato il mio Mimmo sbirciando proprio dietro gli occhi di Dino», prosegue Gobbi, «e cercando un atteggiamento che, geograficamente, non mi appartiene». Ma da dove nasce Vamos? Lo racconta la regista a Hot Corn.

Dino Abbrescia e Gianluca Gobbi, ovvero Michele e Mimmuccio.

L’INIZIO – «Dunque, partiamo dall’inizio: Vamos nasce dalla penna di Andrej Longo che, qualche anno fa, scrisse questo dialogo a due, ma poi lo chiuse nel cassetto. Andrej ha una grande capacità di ascolto e, assistendo alle nostre prove, ha spesso plasmato il suo testo sulle mie idee e su quelle degli attori, cambiando anche dei passaggi. Devo dire che abbiamo lavorato tutti con grande sintonia. Perché Dino Abbrescia e Gianluca Gobbi? Perché insieme sono incredibili e perché volevo sdoganare questo Sud sempre diviso dal Nord! Perché non mettere un milanese e un pugliese amici nella malavita barese? Così abbiamo fatto. Mi divertiva immaginare un milanese vissuto a Bari nella delinquenza, perché in fondo anch’io sono di Salò ma vivo da vent’anni a Roma, ho sposato un barese e la mia lingua è mescolata tra Nord e Sud…».

L’altra missione: Susy Laude sul set di Tutti per Uma, suo primo film da regista.

L’EQUILIBRIO – «Credo sia proprio questa discrasia il perno centrale di Vamos: i cattivi non sono sempre solo cattivi e l’amicizia bisogna capire se esiste oppure se non esiste. E poi la madre, il padre, la famiglia, la droga, le scelte: tutti questi aspetti della vicenda si mescolano e si dividono tra la maschera di questi due personaggi surreali, Mimmuccio e Michele, e la realtà che li incatena in una vita che vorrebbero cambiare. Una vita in cui, forse, il sogno è ciò che li salva ma alla fine la realtà risulterà sempre più forte…»

Ancora Gobbi e Abbrescia in uno scatto di Vamos.

IL MOMENTO –  «Abbiamo avuto attimi in cui abbiamo avuto qualche ripensamento, pensavamo di spostare Vamos di qualche mese e invece abbiamo scelto di andare in scena oggi perché è l’oggi quello che conta. Il nostro compito è alleggerire la vita delle persone, raccontare storie. Il mestiere dell’attore è sempre stato questo e, oggi più di ieri, dobbiamo mandare questo messaggio. «Ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco!», diceva Victor Hugo parlando del teatro. Ho fatto la mia prima regia al cinema in piena pandemia e ora questo spettacolo in un momento delicato perché non si può solo parlare, bisogna anche agire. Agire per ricordarci che siamo cuori umani…».

  • VIDEO | Susy Laude ospite di Zoom Corn
  • VIDEO | Susy e il cast di Tutti per Uma in video:

 

 

 

 

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