ROMA – Ve lo ricordate Maurice Moss di It Crowd? Quel nerd fine conoscitore di ogni aspetto tecnologico incapace però di confrontarsi con i semplici problemi della vita quotidiana? Era interpretato da Richard Ayoade. L’attore e comico inglese che nel 2010 debuttò dietro la macchina da presa con un film, Submarine, uscito nelle sale inglesi l’11 marzo 2011 dopo essere stato presentato e accolto con favore al Toronto International Film Festival e al Sundance. Un piccolo trionfo per un debutto originale, naïf, tenero e, a suo modo, struggente. Da noi il film, dopo un passaggio televisivo sulla Rai finì direttamente in DVD e sparì nel nulla, oggi lo trovate nascosto su AppleTV+ a noleggio. Una delle tante gemme rimaste nascoste da una distribuzione spesso incomprensibile con cui fare i conti.

Adattamento cinematografico del romanzo di Joe Dunthorne, Submarine racconta la storia di Oliver Tate (Craig Roberts, poi passato alla regia con ottimi risultati, vedi La leggenda del Green). O meglio è Oliver che racconta a noi spettatori la sua storia attraverso le pagine del suo diario e monologhi interiori brillanti e un po’ folli. Adolescente di una piccola cittadina costiera del Galles meridionale, Swansea, Oliver, ad esempio, fantastica in classe sulla reazione dei compagni di classe alla sua ipotetica prematura morte mentre pensa a come perdere la verginità e salvare il matrimonio dei suoi genitori (Noah Taylor e Sally Hawkins, meravigliosi) di cui tiene traccia degli incontri sessuali grazie all’annotazione dell’intensità delle luci della loro camera da letto (!).

Quando incontra Jordana Bevan (Yasmin Paige), compagna di classe dal carattere tirannico, la sua vita cambia. Scopre l’amore e i baci, il sesso e la condivisione, oltre, ovviamente, lo struggimento per l’altra metà. Il tutto mentre si convince che sua madre tradisca il padre con il suo ex fidanzato e nuovo vicino di casa ossessionato dalla New Age, Graham (Paddy Considine, sempre un fuoriclasse). Sulla carta un coming of age da manuale che la regia di Ayoade e la sceneggiatura firmata con Dunthorne trasformano in un film singolare ed eccentrico eppure profondamente ancorato alle emozioni e ai pensieri di ogni adolescente. Un cult semisconosciuto che, a ormai quindici anni dall’uscita, rimane uno dei migliori film sull’adolescenza mai realizzati. E stride ancora di più che Ayoade, dopo l’altra notevole prova registica con Il Sosia – The Double con Jesse Eisenberg e Mia Wasikowska abbiamo visto due anni fa in La meravigliosa storia di Henry Sugar e altre tre storie di Wes Anderson, non sia diventato uno dei nuovi rappresentanti del cinema inglese.

Un film, Submarine che, se visto alla stessa età del protagonista, ne permette un’immedesimazione totale, tra l’ingigantimento di problemi, situazioni o emozioni e la confusione tipica di quella stagione della vita. Prodotto, tra gli altri, dalla Red Hour Films di Ben Stiller, Submarine è permeato dalle atmosfere del cinema degli anni Settanta (uno titolo su tutti? Harold & Maude di quel genio di Hal Ashby, di cui vi abbiamo raccontato qui), dai movimenti di macchina fino alla fotografia (straordinaria) di Erik Wilson. Divertente, amaro, romantico, grottesco, il film di Richard Ayoade ha poi dalla sua un altro asso nella manica: la musica.

Non ce ne voglia Andrew Hewitt, firma dello score originale, ma sono le canzoni acustiche realizzate da Alex Turner, leader degli Arctic Monkeys, a catturare chiunque le ascolti (da It’s Hard to Get Around the Wind a Hiding Tonight) e a donare al film quel senso di malinconica nostalgia che permea ogni inquadratura. Vi avvisiamo: dopo avere visto Submarine vi ritroverete a sentire la mancanza di Oliver, dei suoi monologhi e di quell’immaginazione viva ed esagerata tipica dell’adolescenza. La stessa che, con un pizzico di fortuna, ci portiamo dentro anche una volta diventati adulti. «Vorrei che la vita fosse come le soap opere americane, lì quando le cose si fanno drammatiche c’è una dissolvenza e poi tutto torna come prima…».
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