FIRENZE – La 22esima edizione del Florence Korea Film Fest si chiude con l’ottimo esordio alla regia di Jason Yu, che con Sleep ha prima conquistato l’ambita selezione e proiezione alla Settimana della Critica nel 2023 al Festival di Cannes e ora si muove dalla Corea del Sud fino in occidente a riscuotere successo e la particolare attenzione da parte del pubblico. Jason Yu, registra classe ’89 che ha lavorato come assistente alla regia in Okja di Bong Joon-ho, imbastisce il suo primo lungometraggio sulla scia del regista di Parasite e Memorie di un assassino e lo costruisce come un intelligente commistione di generi che confluiscono in una storia thriller horror avvincente capace di intrattenere e sorprendere. Purtroppo è anche l’ultima apparizione sul grande schermo di Lee Sun-kyun, attore che ha lavorato con i più importanti registi sudcoreani raggiungendo poi la notorietà con il ruolo del padre della ricca famiglia in Parasite e che si è tolto la vita lo scorso 27 dicembre all’età di quarantotto anni.
Uno dei rumori che in Sleep persistono e rimbombano sullo schermo è il leggero russare di Hyeon-soo, famoso attore sposato con la premurosa Soo-jin che aspetta il loro primo bambino. La vita diurna di coppia è perfetta, invece quella notturna assume connotati sempre più strani e misteriosi che sgretolano piano piano la stabilità di coppia. Hyeon-soo inizia a parlare nel sonno, poi ad avere piccoli momenti di sonnambulismo fino a scorticarsi la faccia e tentare di buttarsi dalla finestra. Dai controlli risulta avere un disturbo del sonno e la soluzione è rendere sicura la casa e prendere delle medicine, ma i gesti strani e sempre più imprevedibili non si interrompono e con l’arrivo del nascituro la stabilità di coppia e la tranquillità emotiva iniziano a vacillare e a lasciar spazio al nervosismo e alla paranoia. L’unica soluzione che la moglie intravede è quella di ascoltare la madre e affidarsi a una sciamana, che però si rivela essere il primo tassello di un escalation emotiva che trasporterà la coppia in un vortice senza via d’uscita.
Jason Yu con Sleep catapulta uno script abbastanza semplice in un’atmosfera eterogenea e sfaccettata. Come accade in Parasite, i generi cinematografici comunicano e questo permette alla commedia d’amore di unirsi a tinte horror e thriller. Sleep inizia come una commedia spigliata, ironica, si addentra poi nel mistery fino a sfociare nell’horror più creepy e violento, e il risultato è un viaggio mai scontato e sempre più interessante che scava nelle fragilità più recondite della mente umana. E concentrarsi sulla dimensione del sonno permette di indagare due strade, quella della realtà e del sogno (il marito di giorno è amorevole e premuroso, di notte è violento e aggressivo), così da rendere il dubbio e la paranoia i protagonisti di una storia che viaggia su binari che non abbandonano fino all’ultimo istante la dicotomia reale contro fantasia, scienza contro spiritualità.
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