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Ruben Östlund: «Triangle of Sadness, le aspettative e la bellezza come moneta»

Il regista racconta a Hot Corn il film vincitore della Palma d’oro a Cannes, ora in sala

Ruben Östlund
Ruben Östlund

ROMA – «Voglio che il pubblico si ponga delle domande. Una di queste è: come non essere ciechi di fronte alla società chiusa che stiamo vivendo? Come non fingere sul fatto che stiamo partecipando a una società chiusa? Perché lo stiamo facendo. E lo vediamo ogni giorno quando camminiamo per strada e quando usciamo di casa. L’altra cosa è interrogarsi sulla bellezza come moneta, interrogarsi sulle aspettative di genere e guardarsi da un punto di vista un po’ più distante». Ruben Östlund racconta così a Hot Corn come vorrebbe che il pubblico approcciasse il suo Triangolo della Tristezza, film vincitore della Palma d’Oro a Cannes 75 – la seconda per il regista dopo quella del 2017 per The Square – in sala dal 27 ottobre. Una satira irresistibile dove ruoli sociali, stereotipi di genere e barriere di classe vanno in frantumi attraverso la storia di una coppia di modelli, Carl e Yaya (Harris Dickinson e Charlbi Dean), che partecipa a una crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di super ricchi e a un comandante (Woody Harrelson) con un debole per gli alcolici e Karl Marx. Tutto all’inizio sembra piacevole e “instagrammabile“, ma un evento catastrofico trasforma il viaggio in un’avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta…

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La video intervista a Ruben Östlund è a cura di Manuela Santacatterina:

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