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Roland Emmerich e la guerra di Midway: «I supereroi? Non mi interessano»

L’umanità, Woody Harrelson e il suo prossimo film: la nostra intervista esclusiva al regista tedesco

Roland Emmerich sul set di Midway
Roland Emmerich sul set di Midway

LONDRA – Martin Scorsese, ultimamente, ha espresso i suoi pensieri sull’universo cinematografico Marvel e su come quei film non siano realmente “cinema”. E quando ci siamo seduti al fianco di Roland Emmerich, per discutere del suo nuovo film, Midway, ci accorgiamo subito che anche lui si trova attratto molto di più dalle storie intrise di (vera) umanità, come viene fuori dalla sua ultima pellicola, un war movie che racconta della devastante battaglia tra americani e giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Emmerich, così, ci dice perché non è più attratto dai film fantasy, ci confida com’è Woody Harrelson sul set e, soprattutto, di quanto il suo essere tedesco lo ha messo in condizione di raccontare la drammatica vicenda di Midway.

Sul set con Roland Emmerich
Roland Emmerich sul set

Roland, cosa ti ha attratto di questa storia?

Ci sono molti elementi, come in ogni film. Mi piace che sia una grande storia di ritorno, sono stato ispirato quando ho visto un documentario a riguardo, quanti dettagli ci vogliono in una battaglia, quante coincidenze e piccole, piccole cose possono fare la differenza. Mi piace l’aspetto dell’intelligenza navale perché era così importante in quella battaglia, e mi affascinate anche ritrarre due culture nella loro diversità.

Il film, appunto è umano, e non si schiera. Quanto è importante per te? Perché alcuni film di guerra esplorano gli uomini solo come degli eroi?

Sai cosa, forse è perché sono tedesco, i tedeschi erano dalla parte dei fascisti, penso molto a ciò che ci ha detto mio padre, quanto odiava gli ufficiali nazisti perché erano tutti super arroganti, si sentivano persone migliori. Mio padre doveva andare in guerra molto giovane, aveva 17 anni, non aveva scelta, c’era quello e basta. Ho anche letto molto sul lato giapponese. Quando stai cercando di fare un film di guerra in cui una parte è costituita dai cattivi, fai un pessimo servizio sul significato della guerra, perché non sono le persone che combattono a causare un conflitto, ma i politici. Ma nessuno farà mai film sui politici che iniziano le guerre, è noioso.

Una scena di Midway
Midway, il nuovo film di Roland Emmerich

Hai un meraviglioso talento nel collocare persone molto ordinarie nelle situazioni più straordinarie. Quando ripensi alla tua carriera, è questo l’elemento che collega i tuoi film?

Sì, è proprio quello che mi interessa. Non mi interessano i supereroi, non mi interessano James Bond, non mi piace. Anche i film fantasy, non fanno più per me. Il mio film preferito di tutti i tempi è probabilmente Incontri ravvicinati del terzo tipo, solo per il fatto che un normale elettricista finisce per salire su un’astronave. È stato un film profondamente toccante, mostra un po’ come sono e come va il mio pensiero. Ma hai ragione, mi piace avere persone normali che affrontano probabilità incredibili. Che si tratti di un mostro o di un’invasione aliena, o potrebbe essere una guerra. È molto raro che io faccia qualcosa di completamente diverso.

A proposito, hai già lavorato con Woody Harrelson. Nonostante il cast di Midway sia incredibile, concentriamoci su di lui. Insomma, è uno dei migliori.

Assolutamente. Lo amo. È diventato mio amico perché è una persona così cordiale, simpatica, davvero unica. Viene sul set con le infradito. Non gli importa. È proprio quel tipo di ragazzo. Inoltre non penso che stia recitando abbastanza parti serie, credo davvero che dovrebbe fare parti più impegnate, perché può davvero mostrare quanto sia bravo…

Midway: una scena del film
Woody Harrelson in Midway

Hai realizzato alcuni film enormi, ne abbiamo citati alcuni, e ti chiedo: è più difficile realizzare film originali come quelli?

Totalmente. Totalmente. È diventato quasi impossibile. Anche un film in studio ora deve cercare finanziamenti esterni. Hai bisogno dei cinesi che vogliono spendere un sacco di soldi per il tuo film. Sono solo con i franchising che gli studios guardano, e ogni altra pellicola deve essere cofinanziata.

Ti affascina l’idea di fare un film in franchising? O non è proprio il tuo genere?

No, non è una cosa che sento mia.

Roland Emmerich sul set di Independence Day: Rigenerazione
Roland Emmerich sul set di Independence Day: Rigenerazione

Moonfall sarà la tua prossima opera, a che punto è la produzione?

Siamo in fase di progettazione, abbiamo iniziato a progettare due o tre settimane fa, ma è un po’ difficile perché sono costantemente in viaggio, quindi devo fare tutto su un computer, su Skype e cose del genere. Ma ho uno scenografo a Los Angeles con cui lavoro molto, e un artista concettuale a Vienna, li ho messi insieme e ne parliamo in tre modi diversi e ne nascono cose buone. È un argomento affascinante perché ho letto un libro dieci anni fa di questi due autori inglesi intitolato Who Built the Moon?. E’ stato uno shock per me, intendo, chi ha costruito la luna? È sempre qualcosa che mi fa pensare, quindi ho pensato di girare un film su questo, e mi ci sono voluti quasi dieci anni. Ancora una volta, lo studio non era molto contento, quindi ho detto che “Sai cosa? Restituiscimi i soldi, lo finanzierò da solo”. E l’ho fatto. Ne sono davvero felice. Stessa cosa che ho fatto con Midway, tra l’altro. Ed è un modo davvero fantastico di girare film. Certo, come regista devi però essere un po’ conosciuto…

Qui potete vedere il trailer di Midway:

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