ROMA – Leni Riefenstahl è considerata una delle figure più controverse del XX secolo. I suoi film Triumph des Willens (Il trionfo della volontà) e Olympia sono un’epitome del culto del corpo – ritratto in pose perfette – e una celebrazione della superiorità e della vittoria. Allo stesso tempo, queste immagini trasudano disprezzo per il debole e per l’imperfetto. Oggi quest’estetica è più in voga che mai: ma vale lo stesso per il suo messaggio di fondo? Il film esplora quest’interrogativo attraverso documenti provenienti dal fondo Riefenstahl, tra cui filmati privati, foto, lettere e registrazioni. Rivela frammenti della sua biografia e li colloca in un contesto storico più ampio. Com’è riuscita a diventare la regista ufficiale del Reich pur negando ostinatamente qualsiasi legame stretto con Hitler e Goebbels? Nei documenti personali si lamenta dei suoi “ideali assassinati”. Molti tedeschi del dopoguerra, di cui l’archivio contiene lettere e registrazioni di conversazioni telefoniche, anelano il ritorno di una figura autoritaria che riporti ordine in quello “Stato di mer*a”. Pensano che tale ritorno possa riportare in auge il suo lavoro, una possibilità che nel giro di una generazione o due potrebbe concretizzarsi. E se avessero ragione? In anteprima fuori concorso a Venezia 81 e prossimamente al cinema ecco una clip di Riefenstahl, documentario di Andres Veiel.
- VIDEO | Qui per una clip di Riefenstahl:
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