LONDRA – Rian Johnson ha chiuso la stagione in bellezza perché il suo Star Wars: Gli ultimi Jedi ha spopolato anche agli Empire Awards a Londra, da quest’anno sponsorizzati da Rakuten TV, una delle piattaforme di video-on-demand leader in Europa, specializzata nell’offerta di film in 4K. La pellicola si è aggiudicata i riconoscimenti come regista, film, costumi e effetti visivi, mentre Mark Hamill è stato insignito del premio come Empire Icon e Daisy Ridley è stata incoronata Best Actress. Hot Corn ha parlato con Johnson sul red carpet dell’evento, dove si è presentato con al collo l’immancabile macchina fotografica vintage e dove, assieme al produttore Ram Bergman, ha anticipato che è già all’opera sulla nuova trilogia di Guerre Stellari.

IL PRIMO FAN «Sì, sono io il primo fan di Star Wars. Mio padre mi ha portato al cinema a vederlo quando avevo solo quattro anni. Mai stato in una sala prima e, a ripensarci, forse è stata una scelta genitoriale un po’ irresponsabile perché ero davvero troppo piccolo. Comunque il mio legame con il pubblico affiora proprio dal mio passato e stando dall’altra parte ne ho massimo rispetto. Gli appassionati della saga hanno un livello di lealtà incredibile in cui mi ritrovo in pieno».
I MIEI PREFERITI «Io e la mia compagna guardiamo molti film, quelli che ho amato in particolare questa stagione sono Chiamami col tuo nome e Il filo nascosto. Quando non siamo in un cinema ci dilettiamo con il binge-watching a casa. L’ultima nostra ossessione? American Crime Story: The assassination of Gianni Versace, ma ci manca ancora il finale, quindi ci teniamo alla larga dagli spoiler.»

DA BAMBINO «Ad Halloween non mi sono mai vestito da uno dei personaggi di Star Wars, ma il mio eroe in assoluto resta Luke Skywalker. Non so perché, ma mio padre è un po’ vecchio stile come me e per i costumi faceva sempre scelte improbabili, quella che ricordo più vividamente è stata la volta in cui mi ha vestito da polipo. E la ricordo perché con tutti quei tentacoli non sono riuscito a fare “dolcetto o scherzetto”. Presente il bambino di Love Actually? Ecco».
I MIEI TALENTI «A parte la regia, nel mondo dell’arte sono una frana: non so dipingere, sono stonato come una campana, mi considero pessimo nel suonare il banjo e se si guardano gli storyboard dei miei film fanno ridere. Quando provo a riprodurre le scene e inserisco i personaggi con asticelle e zampettine, sembrano fatti da un bambino di sei anni».

STAR WARS «Dirigere l’ultimo Star Wars? Ha portato la mia carriera su un altro livello e lo dico soprattutto per la bravura e il talento delle persone con cui ho lavorato, da Carrie Fisher a Mark Hamill. Far parte di un gruppo di eccellenze mi ha migliorato e oggi mi sento diverso. Quando guardo quei personaggi iconici rivivere sullo schermo ho un moto d’orgoglio misto a profonda gratitudine. Non vedo l’ora di rimettermi all’opera…».
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