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Renato Rascel e le molte vite di un talento. Se un libro cerca di riscoprire un genio

La storia, il talento, i film da riscoprire: Elisabetta Castiglioni racconta il suo libro su Rascel

Renato Rascel con Paul Newman sul set di Lassù qualcuno mi ama. Era il 1956.

ROMA – No, non molti lo ricordano oggi ed è un crimine culturale perché Renato Ranucci in arte Renato Rascel fu un genio assoluto, un talento capace di anticipare tempi e mode e che – oltre al talento d’attore – sapeva anche cantare davvero niente male (ascoltate per credere la sua Venticello de Roma qui). Così Elisabetta Castiglioni, che oltre vent’anni fa era stata sulle sue tracce in archivi pubblici e privati, ha deciso di scrivere Renato Rascel – Un protagonista dello spettacolo del Novecento (Iacobelli editore), libro fondamentale per chi vuole iniziare a capire chi fu RR. «Pagine scritte anche grazie all’aiuto di Giuditta Saltarini, conosciuta nel 1970 e con lui fino alla morte nel 1991», spiega la Castiglioni a Hot Corn. «Attraverso la sua disponibilità ad aprire certi armadi è potuto uscire questo brandello di storia che a molti può far piacere ricordare…».

La copertina del libro di Elisabetta Castiglioni dedicato a Renato Rascel.

LE SCOPERTE – «Da dove cominciamo? Da cos’ho scoperto? Ho scoperto il cuore e l’anima di un artista e un uomo che, guardandosi intorno e filtrando ogni input come una spugna, è riuscito a costruire un’esistenza dai molteplici itinerari e un personaggio dalle mille anime, spaziando in ogni tipologia di spettacolo e – soprattutto, direi – contraddistinguendosi con uno stile unico e immediatamente riconoscibile. In molte cose credo che lui abbia davvero anticipato, innovato o rivoluzionato dei codici di fruizione e rappresentazione. E lo abbia fatto sempre con timidezza ma anche determinazione».

Renato Rascel
Con Gina Lollobrigida in Amor non ho però però…

LA SUA FORZA – «Le sue parole che, gettate alla rinfusa come coriandoli cambiavano di posto e di senso nella costruzione logica, ma possedevano in realtà una logica arguta di spiazzamento dell’interlocutore a fini ludici. Un umorismo mostrato con introversione ma con occhi ammiccanti che denotavano un’intesa subliminale. Oltre alla raffinatezza e alla non volgarità, era estremamente comunicativo nelle declamazioni surrealiste e creava una deliziosa liaison cerebrale ed emotiva con lo spettatore. Questo era il suo stile. Non c’è stata una sola persona, che ha vissuto la sua epoca – e intendo non solo operatori dello spettacolo, ma la gente – che non l’abbia amato per questa sua poesia del linguaggio, del gesto e, aggiungerei, dell’autoironia fisica».

Renato Rascel sul dondolo con Sandro Giovannini e Pietro Garinei negli anni Cinquanta.

LE STORIE – «Nel libro  ci sono storie inesplorate dal dietro le quinte, frammenti recuperati in un percorso di ricerca anche tra alcuni copioni inediti, scritti da autori come Cesare Zavattini, che possono a mio avviso incuriosire il lettore, come ad esempio il ruolo mancato di un Don Chisciotte, pensato per Totò. Non solo, Strehler lo voleva per fare Brecht in teatro, Pasolini nel Miles Gloriosus plautino e lui stesso, che era molto amante di Ionesco e Kafka, voleva riadattare per il palco I rinoceronti e anche Il processo. Ma forse in pochi sanno che Rascel compose non solo canzoni ma anche un’operetta, Naples au baiser de feu, rappresentata in Francia con lui nell’insolita veste di maestro concertatore e, protagonista, il tenore Tino Rossi».

Rascel con Totò e Silvana Pampanini.

IL FILM – «Direi che ce ne sono di tutti i gusti: ma imprescindibili sono Il Cappotto di Alberto Lattuada (che potete vedere gratis su CHILI qui, nda), che gli valse un Nastro d’Argento e Policarpo ufficiale di scrittura di Mario Soldati (in streaming qui), con il quale vinse un David di Donatello. Doverosi poi, tratti da due delle sue più celebri caricature, sono almeno Napoleone e Il corazziere, ma io inviterei a rivedere in tv anche il suo ruolo del cieco nel Gesù di Nazareth di Zeffirelli e il beckettiano Finale di partita insieme ad Adolfo Celi in un’operazione registica compiuta addirittura da Andrea Camilleri!».

  • STORIE | Storie di cinema da leggere? Sì, qui.
  • VIDEO | Ezio Greggio: «Io, Walter Chiari e Renato Rascel».

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