ROMA – Esistono diversi tipi di possessione. C’è la forza demoniaca che vuole perpetrare il male e c’è quella, legata a simboli religiosi e racconti cristiani, che vede nel Diavolo il logoramento spirituale che si annida nell’anima. Ognuna con il proprio rito da eseguire, la propria prova da superare, inquietudini che aleggiano sopra la normalità per stravolgerla e distruggerla. Ed è di possessione che parla Isabelle – L’ultima evocazione, film di Robert Heydon con protagonisti Adam Brody e Amanda Crew, presentato in anteprima alla 39.ma edizione del Fantafestival qui a Roma e in arrivo nelle sale italiane il prossimo 15 agosto.

Dietro ai risvolti più canonici del genere a cui appartiene, il film usa una peculiarità del tutto umana come contrappunto alla malvagità sovrannaturale. Una scelta che non solo rinforza la struttura dell’opera horror, ma amplifica una tematica ben più complessa e distinta. Sono le motivazioni dell’invasione del corpo della protagonista Amanda Crew a muovere la pellicola e a restituire un punto di vista poco esplorato nel paranormale demoniaco. La dannazione va fondendosi con sentimenti della schiera dei vivi e personifica l’invidia in un’entità inspiegabile eppur presente.

Non è più soltanto possessione di un corpo. Non si tratta solo di uno spirito che viene risvegliato dalla sua indole spietata. Da Isabelle scaturiscono i bisogni primordiali di un’esistenza normale: una famiglia, un amore, un luogo sicuro in cui abitare. L’invasamento diventa voglia di prendere quello che non si è mai veramente ottenuto e che nel film di Robert Heydon si incontra ai cancelli ultraterreni. E tra la vita e la morte bisogna compiere una scelta: vivere e proseguire o morire e lasciarsi possedere.

Intuizione interessante per un film che avrebbe potuto solo curare maggiormente la tensione attorno al suo demone antagonista – un po’ troppo marcato e poco d’effetto proprio per la sua finzione esplicita -, ma che nella paranoia psicologica unisce alle atmosfere orrorifiche, quelle malsane ossessioni che possono portare alla follia. È perciò imparando a discostarci dal male che diventa possibile andare avanti con la propria vita. Rimanendo in allerta su quella soglia, dove sappiamo che una mano è sempre pronta a trascinarci nuovamente nel buio.
- Qui potete vedere il trailer di Isabelle – L’ultima evocazione
Lascia un Commento