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Pablo Larraín: «Ema? La testimonianza di una generazione al ritmo di danza»

Il regista torna in Concorso alla Mostra di Venezia con un film ambientato nel Cile contemporaneo

Pablò Larraín alla conferenza stampa di Ema

VENEZIA – Camicia nera, sorrisi e sguardo sicuro. Pablo Larraín torna in concorso al Lido con Ema, dramma ambientato nel Cile contemporaneo con protagonisti l’amico Gael García Bernal e Mariana di Girolamo, qui al suo debutto sul grande schermo. Una storia di amore e danza, dolore e fallimento con cui il regista torna a raccontare il suo Paese. Questa volta, pero, non è il Cile di Pinochet ad emergere ma quello contemporaneo che si muove al ritmo di reggaeton mentre racconta il dramma delle adozioni revocate attraverso la coppia di ballerini protagonisti.

Pablo Larraín e il cast di Ema

IL REGGAETON «Ho incontrato questo musicista fantastico, Nicolás Jaar, che mi ha fatto ascoltare la Top Ten di Spotify dei brani più ascoltati in Cile ed erano tutti reggaeton. Mi ha detto che se volevo fare un film contemporaneo dovevo usare quella musica. “Ma a me non piace” è stata la mia reazione immediata. Poi gli ho chiesto se poteva realizzare delle musiche per il film e devo dire che durante la lavorazione ha iniziato addirittura a piacermi! Credo che apporti un elemento molto importante al film».

Uno scatto dal red carpet di Ema

LA NUOVA GENERAZIONE «Ema è stato realizzato da persone che vengono dalla generazione precedente a quella raccontata nel film e che in un certo senso oscura quella attuale. Ci sono molte differenze tra una generazione e l’altra e l’approccio alla nuova attraverso i nostri occhi è stato qualcosa di veramente straordinario. Un processo incredibile dal quale ho imparato molto. Sono rimasto sorpreso da come le persone più giovani abbiano dei codici specifici e capiscono il mondo in modo diverso da come facciamo noi. È stata una sfida, non ho scoperto solo la musica reggaeton ma anche dell’estetica e dell’etica di questa generazione».

Gael & Pablo

L’ADOZIONE «Tra il 2010 e il 2015, in Cile sono state revocate 53 adozioni. Non è una galassia diversa, è la nostra realtà. Quando l’adozione fallisce è un trauma e un dramma. Conosco persone che hanno adottato e credo sia un atto di una generosità immensa. Volevamo parlare di questo e farlo vedere nel modo in cui lo abbiamo mostrato nel film. Questa coppia si ama ed ha la necessità di capire cosa ha fatto ed esprimersi in un mondo in cui tutti giudicano gli altri. Siamo partiti dalla crisi dei protagonisti, dal loro fallimento raccontando una storia che mantenesse del mistero. Quando si hanno attori come Gael e Mariana, ti consentono di leggere nei loro occhi un futuro complesso».

Una scena di Ema

EMA «Ema è una forza della natura. È una sorella, un’amica, una figlia, una madre, un’amante, una moglie, una ballerina. Lei è il sole tutti circolano attorno a lei ma se ti avvicini troppo ti bruci. Quando balla, Ema racconta la storia di se stessa. Il modo in cui si esprime con la musica esprime anche gran parte del suo carattere».

Mariana de Girolamo e Pablo Larraín

IL CONCETTO DI FAMIGLIA «Quella del film è una famiglia moderna. Le famiglie sono diverse fin dall’origine dei tempi. Sono state esplorate tutte le opzioni di famiglia possibile. Non vogliamo rivendicare nulla, siamo solo testimoni di quello che succede nei nostri tempi e vogliamo lasciare una testimonianza su quest’argomento. La famiglia è una traccia della vita delle persone e il modo in cui si configura tutto questo è vecchio come l’umanità. Non stiamo affrontando una rivoluzione in ambito familiare, credo che come esseri umani siamo sempre stati così, e forse questo è quello che viene testimoniato da questo film».

Qui potete vedere il trailer di Ema:

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