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Oscar? Non solo. L’importanza dei BAFTA per i londinesi

Dal posizionamento ad aprile alla svolta del 2004. Ecco perché i BAFTA sono ancora rilevanti

LONDRA – Sembra davvero che quasi tutti in queste settimane riescano solo a parlare di Oscar, ma per noi londinesi c’è qualcosa di più importante all’orizzonte: i BAFTA. Andando in scena qui a Londra, la cerimonia – che quest’anno sarà domenica 18 febbraio, alla Royal Albert Hall – in realtà in passato è sempre stata oscurata dai cugini di Hollywood, ma negli ultimi anni ha cominciato a diventare molto più rilevante per l’industria. Non è accaduto casualmente.

Foto di gruppo per i vincitori di una delle ultime edizioni dei BAFTA.

Sì, è vero: c’è stato un preciso periodo in cui i BAFTA sapevano di stantio e – a dire il vero – aveva a che fare con il posizionamento, visto che inizialmente i premi erano programmati per aprile, ovvero dopo la vera award’s season, la stagione dei premi. C’era un problema: quando a Los Angeles, al Kodak Theatre, veniva assegnato l’Oscar al miglior film, per chiunque era quello il momento culminante della stagione e i BAFTA, che arrivavano settimane dopo, sembravano un’inutile aggiunta. Nel 2004 però qualcuno decise di spostare la data dei BAFTA, un colpo da maestro che di fatto trasformò la cerimonia in una sorta di anticipo degli Oscar.

B.A.F.T.A., acronimo di British Academy Film and Television Arts.

Improvvisamente i BAFTA assunsero peso all’interno del circuito e i premi cominciarono a essere assegnati anche agli americani, non senza critiche: perché non scegliere solo produzioni britanniche durante la cerimonia? Ma in fondo sarà meglio premiare il miglior film piuttosto che il miglior film inglese, o no? Ovviamente i BAFTA sono un’opportunità unica per l’industria cinematografica inglese, ma avendo anche categorie dedicate unicamente a pellicole britanniche alla fine non si scontenta nessuno.

God’s Own Country di Francis Lee, tra i film inglesi candidati.

Così abbiamo premi come Outstanding British Film, categoria che serve per darci una pacca sulle spalle e dare il giusto riconoscimento a film e registi inglesi che lo meritano, come God’s Own Country quest’anno, e poi abbiamo il resto. I film candidati quest’anno sono Chiamami col tuo nome, L’ora più buia, Dunkirk, La forma dell’acqua e Tre manifesti a Ebbing, Missouri. In fondo è un po’ come gli Oscar, no? Bene. Ma in fondo perché mai i BAFTA dovrebbero ignorare quello che arriva da Hollywood, fingendo non sia parte della cultura del cinema contemporaneo? E comunque nella categoria di miglior attore, quattro candidati su cinque sono inglesi (Jamie Bell, Daniel Day-Lewis, Daniel Kaluuya e Gary Oldman). E sono tutte nomination meritate.

Jamie Bell, candidato come miglior attore per Film Stars Don’t Die in Liverpool, con Annette Bening.

Dalla decisione di far slittare la data della premiazione, i BAFTA però non hanno perso credibilità, anzi, oggi sono il simbolo di una città da sempre innamorata del cinema, nonostante un appuntamento come il London Film Festival continui a far fatica a essere culturalmente significante come Berlino, Venezia o Toronto. Oggi vincere una delle maschere in bronzo è un momento importante per chiunque venga chiamato sul palco dei BAFTA in questa notte che celebra il cinema inglese, ma soprattutto il cinema. E poi, alla fine, è anche venuto fuori che il premio è stato disegnato da un’americana: la scultrice Mitzi Cunliffe. Ma quest’ultima cosa tenetevela per voi.

 

In attesa della cerimonia 2018, qui potete rivedere i BAFTA dell’anno scorso:

 

 

 

 

 

 

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