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Operation Finale | Oscar Isaac, la banalità del male e quel processo a Adolf Eichmann

Chris Weitz ripercorre le tappe che hanno portato alla cattura e al processo dell’ufficiale delle SS nel 1961

operation finale

ROMA – Quando Hannah Arendt lo ascoltò parlare al processo a suo carico iniziato nel 1961 in Israele, apostrofò Adolf Eichmann, SS-Obersturmbannführer del Reich, come «l’incarnazione dell’assoluta banalità del male». L’uomo, che aveva avuto un ruolo centrale nel “piano finale” per lo sterminio degli ebrei, appariva come una persone dall’aspetto gracile, una figura quasi sommessa, che riduceva la sua posizione a quella di un semplice burocrate, l’esecutore di ordini a cui non poteva sottrarsi per amore della sua patria. A seguire quel processo, svoltosi quindici anni dopo quello di Norimberga, arrivarono cinquecento giornalisti da tutto il mondo. Ma come si era arrivati a catturare uno degli uomini più ricercati al mondo? Lo racconta Chris Weitz nel suo Operation Finale.

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Un’immagine del film

Tutto merito di un passo falso di Eichmann – interpretato nel film da Ben Kingsley -, una storia d’amore e un’operazione sotto copertura del Mossad. All’indomani della Seconda Guerra mondiale, l’architetto dell’operazione finale – come molti altri nazisti – era stato munito di documenti di identità falsi a nome Riccardo Klement dal vicario di Bressanone, Alois Pompanin. Nel 1950, quindi Eichmann lascia l’Italia alla volta dell’Argentina dove si stabilisce con la famiglia in una campagna lontana da occhi indiscreti. Qui suo figlio inizia a frequentare una ragazza tedesca all’oscuro delle sue origini ebraiche. Quando la coppia incontra il padre di lei, Lothar Hermann, rimasto cieco dalle percosse subite da mano nazista, capisce che quel giovane Eichmann era il figlio di uno dei colpevoli della Shoah e contatta  il procuratore tedesco Fritz Bauer che passò l’informazione al Mossad.

Adolf Eichmann a processo. Era il 1961

Il servizio segreto israeliano, così, ebbe la conferma definitiva della presenza del nazista in Argentina dopo che lo stesso Eichmann aveva incautamente rilasciato un’intervista al giornalista ed ex collaborazionista nazista Willem Sassen facendo scoprire la sua posizione. A guidare l’operazione l’agente segreto Peter Malkin (interpretato in Operation Finale da Oscar Isaac), che, insieme alla sua squadra organizzò la cattura di Eichmann – dato che l’estradizione non era prevista dal sistema giuridico argentino – per far sì che l’uomo venisse processato in Israele per crimini di guerra. La scusa usata per catturalo fu un guasto meccanico a pochi metri dalla sua abitazione da cui fu prelevato e portato in un luogo segreto dopo essere stato drogato.

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Una scena di Operation Finale

Dall’Argentina, dove credeva di essere riuscito a lasciarsi alle spalle la responsabilità degli orrori commessi, Eichmann venne portato in Israele dove si tenne il primo processo a un criminale nazista. Oltre a mostrarsi come un semplice esecutore, non lasciò mai trasparire segni di rimorso per ciò che aveva fatto, mostrandosi addirittura infastidito dai superstiti dell’Olocausto chiamati a deporre le atrocità subite. Adolf Eichmann venne dichiarato colpevole e condannato a morte. Fu impiccato e il suo cadavere cremato in modo che le sue ceneri venissero disperse in mare e che di lui non restasse più nessuna traccia.

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Qui potete vedere il trailer di Operation Finale:

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