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Non Ci Resta che il Crimine: tra fantasy e commedia «il nostro viaggio nei mitici Anni Ottanta»

Romanzo Criminale, il Mondiale ’82 e Ritorno al Futuro: il cast e il regista raccontano il film

ROMA – Un poliziottesco? Una storia ai limiti della realtà? Oppure una farsa dichiarata con protagonisti tre arruffoni dal cuore d’oro? Non Ci Resta che il Crimine, il nuovo film di Massimiliano Bruno, tra sterzate fantasy e romanzi criminali, mescola diversi generi, di cui sono assoluti mattatori gli attori protagonisti: Marco Giallini, Alessandro Gassmann e Gianmarco Tognazzi, sfigati romanacci che cercano la svolta con un improbabile tour turistico nelle location legate alla Banda della Magliana. «Il titolo? Sì, ricorda Non Ci Resta che Piangere, caposaldo della commedia italiana», dice Bruno ad Hot Corn, «Ma, nel profondo, richiama anche il viaggio nel tempo». E sì, perché i protagonisti, più o meno casualmente, si ritrovano magicamente nella Capitale del 1982, tra un gol di Paolo Rossi ai Mondiali di Spagna, Vespe 50 Special e i loschi affari di Enrico ”Renatino” De Pedis, nel film con il volto di Edoardo Leo.

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Gianmarco Tognazzi, Marco Giallini e Alessandro Gassmann, in una scena di Non Ci Resta che il Crimine.

Facile, quindi, l’accostamento tra il cinema e la realtà, con le rispettive filmografie degli interpreti che arrivano proprio da Romanzo Criminale (Giallini e Leo erano tra i protagonisti della serie tv, Tognazzi del film). «Il nostro film, possiamo dire, è una sorta di Ritorno al Futuro che incontra Romanzo Criminale. Prende da entrambi, citando anche l’estetica dei poliziotteschi di una volta: gli zoom sui volti, gli inseguimenti, la fotografia», prosegue il regista. E, a proposito di Mondiali, Leo ricorda che «Quella Coppa del Mondo l’ho giocata per davvero, avevo dieci anni. Al campetto sotto casa ero Bruno Conti. Il mio personaggio? Ho accantonato tutto ciò che è stato detto e scritto di lui, esasperando i tratti presenti nella sceneggiatura. Non abbiamo cercato riferimenti storici precisi, del resto è una commedia».

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Edoardo Leo versione Banda della Magliana.

«Il cattivo è cattivo, e noi siamo dalla parte dei buoni, anzi, dei tre farlocchi», continua Bruno, «Parlando con gli altri sceneggiatori, Nicola Guaglianone, Menotti e Andrea Bassi, abbiamo pensato che la società civile fa molto peggio del cinema. Un film resta un film, in fondo. Anzi, il cinema può solo fare bene, come ha fatto il bel film su Stefano Cucchi, Sulla mia pelle, creando imbarazzo nelle istituzioni al fine di farle agire». Parlando di viaggi nel tempo e imprevisti, Marco Giallini ha confidato che «Può sembrare banale, ma tornando indietro una cosa che rifarei è questo lavoro, che mi piace da morire. E tra routine e imprevisti, scelgo l’imprevisto… la vita è tutto un imprevisto!».

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Una scena: Giallini, Tognazzi, Ilenia Pastorelli e Gassmann.

Gassmann, invece, racconta che «La mia fisicità non mi porta a fare personaggi così, però ho letto una bella sceneggiatura e ho subito accettato. Sto notando che abbiamo ricominciato a fare commedie diverse. E, farle con amici, è ancora più bello… Una nota poi la devo ad Edoardo Leo: nel film è davvero cattivo, fa paura». Tra Gassmann, Tognazzi, Giallini e Leo, a completare un cast all star, c’è pure Ilenia Pastorelli, femme fatale ed amante di Renatino . «C’è un richiamo a I Soliti Ignoti, e ho avuto la fortuna di avere la nazionale italiana degli attori con me. Il clima è quello del film corale, che richiama maestri inarrivabili. Gli anni mitici? Credo che per tutti sono quelli che vanno dai 12 ai 20», continua Bruno, «Costruendo il film ci siamo confrontati sulla cultura pop, montando una musica che, all’epoca, era ritenuta nuova… Oggi vanno altri generi. Ed è bello, al cinema, far incontrare generi diversi».

Qui potete vedere il trailer di Non ci resta che il crimine:

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