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No Other Land | Basel Adra, Yuval Abraham, la Palestina e quella nomination all’Oscar

Quattro attivisti e le disuguaglianze. Dopo la nomination, ora al cinema. Ecco perché vederlo

Basel Adra e Yuval Abraham in una scena di No Other Land
Basel Adra e Yuval Abraham in una scena di No Other Land

ROMA – Basel Adra, attivista palestinese di Masafer Yatta, in Cisgiordania, combatte fin dall’infanzia l’espulsione di massa della comunità da parte dell’occupazione israeliana. Documenta lo sradicamento dei villaggi nella regione, dove i soldati israeliani stanno demolendo le case e scacciando i residenti. Ad un certo punto incontra Yuval Abraham, giornalista israeliano, che lo sostiene. Si sviluppa un’improbabile alleanza, ma il rapporto tra i due è messo a dura prova dall’enorme disuguaglianza tra loro: Basel vive sotto occupazione militare, Yuval vive liberamente. Parte da qui No Other Land, testimonianza di un collettivo israelo-palestinese di quattro giovani attivisti – Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal e Rachel Szor – presentato in concorso alla Berlinale e ora candidato all’Oscar come Miglior Documentario, una delle sorprese maggiori delle scelte dell’Academy. Un atto di resistenza creativa che arriva nelle sale italiane con Wanted Cinema (trovate le sale qui).

Un momento di No Other Land
Un momento di No Other Land

L’oggetto narrativo di No Other Land è la messa in moto del più grande atto singolo di sfollamento forzato mai effettuato nella Cisgiordania occupata dalle truppe israeliane dal 1967, anno dell’occupazione. Un processo lungo e trascinato che ha inizio nel 1999, quando l’esercito ordinò a tutti i palestinesi residenti a Masafer Yatta di lasciare il territorio, per consentire ai soldati di utilizzarlo come campo di addestramento militare. Decisione presa dall’esercito anni prima, nel 1980, quando fu dichiarato tale così da renderlo ufficialmente inaccessibile ai palestinesi. Fu allora che iniziò una lotta per salvare i villaggi dall’espulsione, guidata dai genitori di Basel Adra e dai suoi vicini. I residenti palestinesi dell’area, privi di diritti di voto e sotto occupazione, si rivolsero a un gruppo di avvocati israeliani, che presentarono una petizione all’Alta Corte israeliana contro l’espulsione forzata nel 2000.

Basel Adra in un momento del film
Basel Adra in un momento del film

Nel 2022, dopo una battaglia legale durata due decenni, l’Alta Corte ha dato il via libera all’esercito per procedere con l’espulsione. La decisione di distruggere i villaggi palestinesi e sfrattare circa 1.800 persone, per consentire all’esercito di utilizzare la loro terra per esercitazioni con carri armati, ha scatenato condanne a livello mondiale ed è considerata da molti, tra cui Amnesty International ed esperti di diritti umani delle Nazioni Unite, un crimine di guerra. Da qui parte la ratio filmica di No Other Land: «Il nostro film è il primo documentario a gettare luce sulla politica sistematica di espulsione forzata attraverso le demolizioni delle abitazioni. Quando le case vengono distrutte, le famiglie di Masafer Yatta non hanno dove andare; possono solo ricostruire, diventare senzatetto o affittare abitazioni in città palestinesi sovraffollate, dove non c’è spazio per pascolare le pecore e coltivare la terra».

No Other Land, diretto da Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal e Rachel Szor: Dal 16 gennaio al cinema
No Other Land, diretto da Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal e Rachel Szor

«Masafer Yatta è una comunità di contadini. Le persone qui sono molto legate alla loro terra e vivono seguendo uno stile di vita agricolo. La perdita della terra si traduce quindi in una perdita della comunità e di uno stile di vita: smettono di lavorare come agricoltori», dice Adra, a cui noi aggiungiamo: smettono di essere persone perché privati della propria ragione di vita sostentatrice e infine trascinati in un vortice di crudeltà insensata di cui No Other Land non lascia nulla all’immaginazione. È cinema in presa diretta fatto di frammenti di caos e dolore e camera a mano quello documentato da Adra e Abraham che procede per inquadrature grezze, movimentate, sporche, eppure ricche di armonia, di bellezza e di poesia spontanea nella loro disarticolata ma profondamente coerente e organica struttura.

Basel Adra e Yuval Abraham in una scena di No Other Land
Basel Adra e Yuval Abraham in una scena di No Other Land

Il risultato è No Other Land, imprescindibile documento storico, visione necessaria di questi tempi difficili: «Stiamo realizzando questo film insieme, come gruppo di attivisti e registi palestinesi e israeliani, perché vogliamo fermare l’espulsione in corso della comunità di Masafer Yatta e resistere alla realtà di apartheid in cui siamo nati – da lati opposti e disuguali. La realtà intorno a noi sta diventando ogni giorno più spaventosa, violenta e oppressiva, e siamo molto deboli di fronte a essa. Possiamo solo gridare qualcosa di radicalmente diverso, questo film – che, nel suo nucleo, è una proposta per un modo alternativo in cui israeliani e palestinesi possono vivere in questa terra – non come oppressore e oppresso, ma in piena uguaglianza…». E noi con loro.

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