PALERMO – «No, non ho mai pensato alla mia come ad una carriera. Il mio mantra è sempre stato il lavoro». Nicolas Cage, con la modestia che contraddistingue i grandi, non si è mai considerato come un attore per cui i ruoli vanno scelti e studiati, affidandosi all’intuizione. Perché Cage, che definisce il metodo recitativo Western Kabuki/Nouveau Shamanic (a metà tra il Metodo e la pantomima dell’Espressionismo Tedesco e quella del teatro kabuki), è un fuoriclasse della recitazione. Solo che, parallelamente alla ascesa, Cage ha colorato la vita di vizi ed eccessi costosi tra cui citiamo un’isola di 40 acri nell’arcipelago Exuma, il castello medievale Schloss Neidstein nella regione di Oberpfalz e perfino uno scheletro di Tarbosauro. Il risultato? 95 milioni di dollari di debiti con il fisco. La soluzione? I direct-to-video.
IL PRESCELTO – Partiamo da qui, dal 2006. Lo sceriffo Edward (Nicolas Cage, ovvio) viene contattato da una sua ex che gli chiede aiuto per ritrovare la figlia. Edward giunge sull’isola di Summersisle e comincia a cercare la ragazzina ritrovandosi in un’atmosfera strana, omertosa e diffidente da parte degli abitanti. Sarà l’inizio di un viaggio bucolico tra esoterismo, sacrifici umani… e api! Sì, ma perché vederlo? Perché è il remake di The Wicker Man – già un’idea rischiosa – nonché uno dei grandi (s)cult del nostro tempo. Tutti, dal regista Neil LaBute all’ultimo dei macchinisti, sapevano che Il prescelto sarebbe dovuto essere un horror esoterico, tutti meno Cage che decise che d’impostare il registro recitativo dello sceriffo Edward sulla black-comedy. Esilarante oltre ogni misura. Sì, ma dove lo vedo? Il prescelto
DRIVE ANGRY – Siamo nel 2011. Spinto dalla rabbia, Milton (Nicolas Cage, ovvio) insegue le persone che hanno ucciso la figlia e rapito il suo bambino. Il salvataggio finisce fuori controllo, mentre l’inseguimento diventa ad ogni miglio sempre più sanguinolento. L’incontro con la cameriera Piper (Amber Heard, prima di Johnny Depp) porterà Milton a porsi delle domande sul suo viaggio. Sì, ma perché vederlo? Perché è un grande midnight movie dalle atmosfere non dissimili dal marveliano Ghost Rider che pur a fronte di effetti speciali economici e rarefatti vive della gommosa follia di un Cage mattatore e di una Heard (fin troppo!) convincente come combattiva cameriera. Da segnalare un grande William Fichtner come villain. Sì, ma dove lo vedo? Drive Angry
KICK-ASS – Dave Lizewski (Aaron Taylor-Johnson) è uno studente liceale appassionato di fumetti. Dave ha pochi amici e vive da solo con il padre. Nonostante la vita scorra tranquilla Dave decide di trasformarsi in un supereroe. L’incontro con Mindy (Chloë Grace Moretz) e il padre di lei Damon (Nicolas Cage, ovvio) cambierà la sua realtà. Sì, ma perché vederlo? Perché è un grande esempio di cinecomic revisionista dal taglio umano e crudo. Non un direct-to-video, anzi, un gran film, in cui Cage – che dei fumetti è sempre stato un fan (Cage è in onore dell’eroe Marvel Luke Cage oltre che del musicista John Cage) – prende parte in un ruolo da mentore allucinato-ma-risoluto che di Kick-Ass è la vera marcia in più. Sì, ma dove lo vedo? Kick-Ass
JOE – Un mix appassionante di violenza e redenzione erompe nel Sud in questo adattamento del romanzo di Larry Brown acclamato sia per il coraggio che per la storia di amicizia e coraggio, quella tra Joe Ransom (Nicolas Cage, ovvio) e il giovane Gary (Tye Sheridan). Sì, ma perché vederlo? Perché è senz’altro il punto artistico più alto raggiunto nel suo secondo periodo. Accanto alle decine di direct-to-video per ripianare i debiti ecco Joe diretto da David Gordon Green a cui Cage, pur di prendervi parte, ha scelto di rinunciare a due cachet sostanziosi (I mercenari 3, Killing Season), a conferma di come il talento venga prima dello svendersi. Il risultato? Un sogno americano nichilista presentato in concorso a Venezia e Toronto dove Cage è il mattatore assoluto. Sì, ma dove lo vedo? Joe
2030: FUGA PER IL FUTURO – In un futuro distopico, guerre, cambiamenti climatici e decisioni politiche hanno portato l’America al collasso. I semi crescono raramente, l’acqua è inquinata e le persone sono obbligate a lavorare per mangiare. In tale contesto, è nato un ufficio chiamato a determinare la produttività di una persona e a decidere di “deportare” altrove chi non è più utile. Tra coloro che lavorano nell’ufficio vi è Noah Kross (Nicolas Cage, e chi altrimenti?), che incappa nel caso di una contadina e del figlio adolescente e in un atto di insubordinazione che attira le attenzioni dei superiori. Sì, ma perché vederlo? Perché tra i direct-to-video economici e dal concept sterile a cui Cage ha preso parte 2030: Fuga per il futuro offre un interessante punto di vista distopico sul domani con un Cage che mette cuore e passione. Sì, ma dove lo vedo? 2030: Fuga per il futuro
MANDY – Red (Nicolas Cage, beh) e Mandy (Andrea Riseborough) vivono in una casa nel bosco. La loro vita viene sconvolta quando Mandy viene notata da Jeremiah (Linus Roache), leader di una setta. Deciso a trattenere la ragazza nella setta, l’uomo ne organizza il rapimento. Dopo aver provato a resistere all’assalto dei rapitori, Red e Mandy si risvegliano legati in mezzo agli adepti. La situazione precipita quando ai due ostaggi viene iniettata una sostanza allucinogena. Sì, ma perché vederlo? Perché quello di Panos Cosmatos è un autentico delirio lisergico che non dimenticherete facilmente. Una fiaba gotica dove Cage recita a briglia sciolta in tutta la sua esplosività. Imperdibile! Sì, ma dove lo vedo? Mandy
PIG – Rob (Nicolas Cage, ovvio) è un ex grande chef ritiratosi nelle terre selvagge dell’Oregon. È un uomo solitario, un cacciatore di tartufi accompagnato soltanto dal suo amato maiale. Quando alcune persone senza scrupoli rapiscono il suo fedele animale (sì, lui) dovrà tornare sui suoi passi, a Portland, affrontare il suo passato e chiudere i conti con quello che aveva lasciato in sospeso. Sì, ma perché vederlo? Perché è un high-concept di rara intelligenza, bizzarro per certi versi, con un Cage inedito: intenso e in totale sottrazione recitativa. Sì, ma dove lo vedo? Pig
WILLY’S WONDERLAND – In un paesino dell’America più profonda un uomo (Nicolas Cage) buca le ruote della sua Camaro ed è costretto a diventare il custode del Willy’s Wonderland, un locale fatiscente un tempo frequentato dalle famiglie del posto: a pulizia conclusa, la sua auto sarà rimessa a nuovo. Non immagina che la tavola calda è maledetta e che i pupazzi meccanici custodiscono, tra i loro ingranaggi, le anime di una setta di serial killer satanisti. Sì, ma perché vederlo? Perché tra i tanti direct-to-video a cui preso parte, Willy’s Wonderland è tra i più semplici, efficaci, con il topos della casa stregata ribaltato in chiave postmoderna e un Cage caotico, enigmatico e magnetico. Sì, ma dove lo vedo? Willy’s Wonderland
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